Montecastrilli. Chiude il convento di clausura: suore separate, cuoca licenziata

Montecastrilli. Chiude il convento di clausura: suore separate, cuoca licenziata
di Francesca Tomassini
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Domenica 21 Gennaio 2024, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:30

LA STORIA

MONTECASTRILLI Chiuso il convento delle Clarisse di Santa Chiara, si ritrova senza lavoro. Rossana, cinquantasei anni, per undici ha dato una mano all'interno del monastero. A fine novembre però, insieme alla notizia della chiusura del convento e del trasferimento delle monache, è arrivata anche la sua lettera di licenziamento. «Chiudendo il monastero - spiega lei stessa - era chiaro che non avrei potuto più lavorarci, ma speravo che sarebbe stato possibile essere spostata su qualche altra struttura». Invece, oggi si ritrova a cercare un nuovo impiego. «Non è facile - commenta - sembra quasi un controsenso. Ci mandano in pensione sempre più tardi, però quando mi presento per un posto, mi sento dire che sono troppo "vecchia". Io - continua - sono sempre stata abituata a fare lavori anche di fatica. Non mi spaventano. Vorrei solo un pò. di stabilità per me e le mie figlie».Una storia quella di Rossana e le monache iniziata quando lei era in fasce. «Mia madre - racconta - era sorella della madre superiora. Perciò mi ha sempre portato al convento».

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Un luogo che ha segnato tutti i suoi momenti importanti. «Quando mi sono sposata, quando ero incinta, quando sono nate le figlie». Poi undici anni fa, è arrivata la possibilità di un impiego. «Ho iniziato con dare una mano per le pulizie - racconta ancora - poi a stirare. Un giorno, la suora che si occupava della cucina stava male e io mi sono resa disponibile. Pensavano che non sarei riuscita a gestire tutto da sola, invece quando sono venute a offrirmi aiuto hanno trovato tutto fatto. Da allora è capitato spesso che cucinassi per loro». Una vita semplice, ma in armonia. «Mi sono sempre trovata bene con le sorelle - continua - eravamo una famiglia. Da quando le hanno trasferite, mi chiamano spesso, e a volte piangiamo di nostalgia». La notizia della chiusura del convento dopo trecentosessant'anni di attività era piombata come un macigno sulla comunità. Fra le motivazioni, come comunicato dalla stessa diocesi circa un mese fa, l'età delle sette suore che lo abitavano, le precarie condizioni di salute di molte di loro e la carenza di nuove vocazioni. A nulla sono serviti gli appelli, e la raccolta firme cittadina. La decisione non è cambiata e le suore sono state trasferite. Qualcuna a Lucca, qualcun'altra a Orvieto, o ad Arezzo. «Era stata scritta anche una lettera, ma senza esito - commenta amara una donna - tra l'altro, sembra che le suore siano state mandate singolarmente. Per socializzare meglio, questa la versione ufficiale». 
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