Caso Munus, diffida per gli stipendi non pagati ai lavoratori dei musei comunali di Perugia

Palazzo Penna
di Luca Benedetti
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 06:30
Sembrava finita in un cassetto la vicenda dei servizi museali comunali con l’addio di Munus e l’arrivo, in piena emergenza, di Coop Culture che ha permesso di riaprire Cappella di San Severo, palazzo Penna e San Bevignate. E invece no. Invece, nei giorni scorsi, sono partite le diffide degli ex dipendenti della Munus che battono cassa. Diffida alla stessa società con sede a Roma e al Comune per reclamare le spettanze (stipendi e Tfr esclusi gli acconti ricevuti, c’è chi deve avere anche più di 10mila euro) del periodo che va dal primo aprile dal 23 giugno, data in cui la Srl che aveva vinto la gestione dei servizi museali del Comune nel 2017. La diffida, con l’assistenza dell’ufficio vertenze di un sindacato, è stata inviata al datore di lavoro e al committente (cioè il Comune) che vengono chiamati in solido ad adempiere. Nelle lettere inviate a Munus e palazzo dei Priori viene esplicitamente spiegato come, in caso di alcun riscontro, la partita diventerà una vera e propria causa davanti al giudice del lavoro. Le lettere di diffida, da quanto risulta al Messaggero, sono partite dal sindacato la scorsa settimana.
L’appalto che la Munus Srl aveva vinto nel 2017 era in proroga. La scadenza del contratto era prevista per fine agosto, ma la società romana non ha voluto attendere, mettendo in grave difficoltà il Comune e i dipendenti dei tre siti che dal 23 giugno sono rimasti senza lavoro e senza stipendio. 
Nel 2017 il bando di gara aveva un valore massimo pari a quasi 731 mila euro per complessivi 6 anni di gestione, Munus srl offrì un canone annuo di 109.634,40 euro (per un canone di tre anni di 328mila euro). L’addio della Munus durante la vigenza dell’appalto ha fatto anche decadere la nuova gara che il Comune aveva bandito per la gestione del circuito museale, gara a cui aveva partecipato soltanto la stessa Munus.
Lo stop alla gestione del circuito museali era avvenuto in un periodo dell’anno particolarmente importante sul fronte turistici, con Umbria jazz alle porte. Il piano di salvataggio messo in piedi dal Comune ha permesso da metà luglio, di garantire la gestione con Coop Culture fino alla fine dell’anno, anche se non tutti i lavoratori sono stati riassunti. Sono rimasti fuori i cosiddetti intermittenti e chi lavorava al bar. La stessa società a Foligno gestisce palazzo Trinci e il museo della stampa; mentre nei mesi scorsi la stessa Coop Culture è entrata nel capitale sociale (con il dieci per cento) di Destinazione cioccolato, la società che si è aggiudicata la gestione del Mercato Coperto, e dove verrà realizzata la Città del Cioccolato che dovrebbe aprire i battenti tra un anno per il trentennale di Eurochocolate.
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