Ater, la Regione Umbria stanzia 1,5 milioni
per le migliaia di bollette non pagate

Soluzione ponte per evitare gli sfratti dopo l'intervento sollecitato dai sindacati ​«Resta il problema degli impianti vecchi che vanno sostituiti quanto prima»

Un appartamento Ater invaso dalla muffa
di Sergio Capotosti
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Martedì 12 Marzo 2024, 11:27

Bollette non pagate, la Regione tende una mano agli inquilini dell'Ater che non hanno la possibilità di pagare. La svolta è maturata ieri al termine di un vertice tra la Regione, l'Ater e i sindacati degli inquilini. Palazzo Donini stanzierà 1,5 milioni di euro per l'emergenza. Risorse che saranno messe a bando. Soldi che dovranno essere richiesti direttamente dagli inquilini che però non incasseranno un euro dal momento che le risorse ottenute finiranno direttamente sul conto dell'Ater per abbassare gli importi non versati. Questo il sistema che hanno concordato Regione, Ater e sindacati per mettere un freno alla morosità che ha stravolto la vita in molti appartamenti popolari dell'Umbria, con gli amministratori di condominio che in alcuni casi sono arrivati alla provocazione di staccare alcuni servizi, tra cui ascensori e illuminazione.

Le rivendicazioni degli amministratori di condominio però non posso essere fatte direttamente sulle tasche già vuote degli inquilini morosi, ma al titolare dell'appartamento, in questo caso l'Ater. Un braccio di ferro che stava rischiando di far esplodere una vera emergenza sociale, con gli inquilini messi nella condizione di pagare un doppio prezzo dovuto alla crisi economica, servizi staccati e stipendi da fame. Insomma, oltre al danno la beffa. Ieri invece è arrivata una boccata d'ossigeno, fermo restando che gli inquilini dovranno comunque versare una quota dei debiti maturati, visto che il bando coprirà fino a un massimo di 6.000 euro per ciascuna famiglia. Per la parte restate, l'inquilino si impegna a versare il dovuto con rate mensili che saranno concordate con l'Ater. Nel caso ci sia di mezzo una situazione insormontabile, una condizione di povertà assoluta, dovrebbe intervenire il Comune con lo stop alle misure di sfratto, che si attivano tramite i servizi sociali per effetto dell'articolo 40 della legge regionale 23.

La mediazione che era stata sollecitata dai sindacati degli inquilini alla vigilia del vertice di ieri per il momento ha segnato un primo passo in avanti anche se restano i nodi strutturali che hanno provato una crisi di morosità mai visa prima, con un migliaio di umbri che non hanno i soldi per pagare le bollette e le spese condominiali nei palazzo popolari.
«Un esempio limite - spiegano i sindacati degli inquilini - è quello di un palazzo a Terni che ha una centrale del calore attaccata tutti i giorni 24 ore al giorno solo per far venire l'acqua calda. Ecco se non si risolvono criticità strutturali come queste, che si trovano anche in altre parti dell'Umbria, misure come quella della Regione, sebbene positive, non risolveranno il problema alla fonte. Alcuni interventi in questa direzione sono stati programmati come l'installazione della caldaiette negli appartamenti popolari. Per ora comunque c'è una boccata di ossigeno».
 

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