Arrone. «Ho rischiato la vita ma non mi sento un eroe»: parla Floriano, il cliente del bar derubato che ha bloccato i banditi in fuga

Arrone. «Ho rischiato la vita ma non mi sento un eroe»: parla Floriano, il cliente del bar derubato che ha bloccato i banditi in fuga
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 00:05

ARRONE - «Ho fatto una mattata ma in quel momento non me ne sono reso conto. Non sono pentito, sono abituato a intervenire se c’è bisogno. Certo, qualcuno che mi vuole bene mi ha protetto dall’alto sennò a quest’ora non stavamo qui a parlare».

Floriano ha 55 anni, vive a Collestatte e ha l’abitudine di svegliarsi molto presto per fare colazione quando apre il bar a tre chilometri da casa sua.

E’ lui ad aver bloccato con l’auto la banda di ladri che ha assaltato il bar all’Isola di Arrone consentendo ai carabinieri di rintracciare in pochi minuti uno dei tre banditi.

In paese lo conoscono tutti, lo chiamano simpaticamente il talebano per via della sua barba lunga.

Da ore viene fermato per le vie del paese. Gli domandano chi gliel’abbia fatto fare di rischiare la vita con gente che avrebbe potuto fargli davvero male.

«Ripetono tutti che dovevo farmi gli affari miei. Ma che significa questo? I miei genitori mi hanno insegnato i valori veri, che oggi sono ingombranti: l’educazione, l’onestà, il rispetto degli altri e la disponibilità nei confronti di chi ha bisogno. Non riesco a voltarmi dall’altra parte - dice Floriano - tutto qui».

Il racconto di una notte che per lui sarebbe potuta finire male lo fa con la consapevolezza di chi ha rischiato grosso e l’umiltà di chi non si sente certo un eroe.

«Quella notte passeggiavo nelle vicinanze del bar aspettando che aprisse per fare colazione. Erano ancora le 3 e 10, mi sono seduto in macchina e guardavo il telefono. Ho visto una 500 parcheggiata davanti al bar e ho pensato a qualche coppietta per cui ho cercato di non guardare verso di loro. A un certo punto si sono avvicinati per vedere chi fossi ma non mi sono voltato. Con la coda dell’occhio cercavo di capire chi fossero e i loro movimenti mentre continuavo a guardare il mio telefono».

Floriano in quei minuti sente dei rumori cupi e pensa che quei ragazzi siano lì per rubare le sigarette dal distributore automatico.

La 500 intanto è parcheggiata in una posizione strana e ha i fari accesi. Decide di accendere il motore e a quel punto sente suonare l’allarme del bar.

«Nonostante il buio ho visto uno con un sacco sulle spalle, sono risaliti in macchina e io ho cercato di contrastarli con la mia Panda per non farli scappare. Forse si sono sentiti braccati, magari non se l’aspettavano. Quando mi hanno tamponato con violenza nella loro macchina sono scoppiati gli airbag laterali e si è rotto un vetro. La 500 non ripartiva e loro sono scappati via a piedi verso il fiume».

Sono le 3 e 40, Floriano si allontana di un centinaio di metri e chiama i carabinieri.

Sul posto arriva anche il titolare del bar svaligiato di gratta e vinci e sigarette. I militari con due pattuglie giunte dal comando ternano iniziano a dare la caccia ai malviventi. Uno lo fermano nella zona della Cascata delle Marmore.

«Quello che ho fatto non l’ho fatto senza un motivo - dice - anche se so di essere stato fortunato a uscirne senza conseguenze».

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