Ben otto potenti strumenti si coalizzeranno creando un'apertura paragonabile al diametro terrestre per poi tentare di osservare Sagittarius A* (l'asterisco sta per star, ndr), il buco nero con una massa di oltre 4 milioni di volte superiore a quella del nostro Sole.
La data è già stata stabilita, il click si farà tra marzo e aprile del 2017, ma per lo sviluppo della “pellicola” ci vorrano mesi.
«Si tratta di un'osservazione pressochè impossibile, ma è un progetto atteso da tanto tempo e che ci fa davvero sognare - ha detto Marcello Giroletti, dell'Ira.Inaf (Istituto di Radioastronomia dell'Istituto Nazionale di Astrofisica-. Il buco nero non emette radiazione, quindi il risultato dello scatto sarà la sua “ombra”. Chissà se riusciremo ad osservare e a comprendere cosa succede quando la materia cade all'interno di un oggetto così».
I PROTAGONISTI
Il tentativo di fotografare Sagittarius A* (questo il nome del buco nero al centro della nostra galassia) sarà realizzato da ben otto osservatori sparsi nel nostro pianeta tra i quali Alma ((Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), uno strumento, anzi una serie di strumenti posizionati sull'altopiano di Chajnantor nelle Ande cilene di ben 66 antenne di alta precisione; ed il South pole Telescope, un radiotelescopio di 10 metri di diametro situato al centro dell'Antartide, presso la base Usa Amundsen-Scott. Al progetto partecipano anche l'Istituto Max Planck per la Radioastronomia degli Istituti Max Planck, l'Osservatorio Nazionale Astronomico del Giappone a Mitaka, la National Science Foundation e l'Università del Massachusetts.
(Il South Pole Telescope nella base Usa Amudsen Scott al Polo Sud)
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