Dopo l'orecchio impiantato lo scorso anno a Baltimora è il turno di un naso del tutto simile all'originale perso, realizzato all'University College di Londra. Ad accomunare gli interventi è l''incubatrice' usata per far sviluppare le parti del corpo, l'avambraccio. Il nuovo naso, che servirà a sostituire quello perso da un manager di 56 anni per un tumore, è stato fatto crescere su un modello di vetro spruzzato di un materiale sintetico che ha creato una 'impalcatura' per le staminali prelevate dal midollo osseo del paziente.
Mentre in un bioreattore le cellule davano vita alla cartilagine del naso, i medici del team guidato da Alex Seifalian, riferisce il programma Focus della Bbc, hanno creato uno spazio all'interno del braccio del paziente con un palloncino. Ora da circa due mesi il naso è stato piazzato al posto del pallone, e sta sviluppando nervi e capillari, oltre a ricoprirsi di pelle. Ancora un altro mese, ha spiegato il ricercatore, e sarà pronto per essere impiantato: «Il naso sarà esattamente uguale a quello perso dal paziente - ha sottolineato Seifalian - quello originale era un pò storto e gli abbiamo chiesto se lo voleva più dritto, ma lui ha detto di no. Per sicurezza - aggiunge il chirurgo - ne abbiamo fatti due, nel caso uno cadesse per sbaglio».
L'intervento britannico è il primo ad utilizzare le staminali del paziente, e non della cartilagine prelevata da altre parti come nel caso dell'intervento di Baltimora, in cui l'orecchio è stato ricostruito da tessuto prelevato dalle costole della paziente. Ma primi tentativi di ottenere risultati del genere risalgono a vent'anni fa e parlano italiano, spiega Nicolò Scuderi, direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'università Sapienza di Roma: «Il precursore fu Luigi Donati di Milano, con i suoi esperimenti con orecchie impiantate sulla schiena di maiali e topi».
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