Rugby Italia, tre romani in versione Mondiale: il capitano Michele Lamaro e i piloni Pietro Ceccarelli e Danilo Fischetti. Chi sono

Per la prima in dieci edizioni della Coppa del Mondo la nazionale è affidata a un romano

Rugby Italia, tre romani in versione Mondiale: il capitano Michele Lamaro e i piloni Pietro Ceccarelli e Danilo Fischetti. Chi sono (Foto di Angelica Agosta)
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 2 Settembre 2023, 10:30

E arrivò, dopo 9 edizioni dal 1987, il primo Mondiale di rugby con l’Italia capitanata da un romano scortato per di più da un altro capitolino doc e da un giocatore dei Castelli cresciuto a mete e placcaggi anche sui prati romani.

Allora ecco in campo dal 9 settembre a Saint Etienne contro la Namibia il 25enne Michele Lamaro, dal 2021 capitano azzurro SPQR a 46 anni dal concittadino Ivo Mazzucchelli - dunque in un’era in cui gli italiani nemmeno sognavano il Sei Nazioni e la Coppa del Mondo neppure esisteva - e poi Pietro Ceccarelli e Danilo Fischetti. 


«Dire orgoglio è poco» racconta Michele Lamaro, quartiere Aurelio, del Benetton, liceo tedesco a Roma, laurea in Economia/Management dello Sport, fidanzato con la trevigiana Martina, già alla Primavera e alla Lazio prima del salto al Petrarca Padova con tanto di scudetto. «All’inizio non ci pensa - continua “Mitch” Lamaro - non si sa bene che cosa ti aspetta quando ti affidano la responsabilità (pesantissima nel rugby, ndr) della fascia da capitano, non manca la preoccupazione.

Poi però si impara a gestire la pressione e ci si accorge di quanto è emozionante rappresentare la tua famiglia, i club in cui hai giocato, la città in cui nato e cresciuto e poi il massimo, l’Italia: impari a dare tutto e anche di più perché è immediato il riscontro della stima che sale da parte del ct, dei tuoi compagni e degli stessi avversari».

Da sinistra Danilo Fischetti, Michele Lamaro e Pietro Ceccarelli (Foto di Angelica Agosta)


LA VETRINA
Il capitano parla nella polifunzionale di palazzo Chigi (galleria Alberto Sordi) davanti ai ministri Abodi, Lollobrigida, il presidente del Coni, Malagò, il neo responsabile di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, il presidente della Fir, Innocenti. Mai una vetrina come questa per l’Italia in partenza per la Coppa del Mondo. Arriva anche l’In bocca al lupo inviato dal premier Meloni con il governo che ha scelto la nazionale di rugby quale testimonial per la candidatura della Cucina italiana nel Patrimonio immateriale dell’Unesco. Una rappresentanza che dovrà essere “apparecchiata” proprio in Francia, la cui cucina fa già parte di questo “Patrimonio” ritenendosi la prima al mondo.

 

«Tutti hanno fiducia in noi e questo dà un gran carica e ti ricorda assai bene che ti metti addosso la maglia azzurra in nome di tutti coloro che giocano a rugby e di chi li segue e li sostiene» dice ancora Lamaro, 29 caps, terza linea ala, che sarà al primo Mondiale così come i colleghi della mischia Pietro Ceccarelli, 30 anni, dall’Aurelio/Testaccio, liceo scientifico Righi, master in management aziendale a Tolosa, 33 caps, papà della capitale, mamma francese, sposato con Marion, pilone destro, già Rugby Roma 2000 e Lazio ora al Perpignan, e Danilo Fischetti, di Lanuvio, 25 anni, 29 caps, pilone sinistro, già Garibaldina Aprilia, Campoleone Lanuvio, Unione Rugby Capitolina e ora alle Zebre Parma.

Oddio, Fischetti è tecnicamente al primo mondiale, ma in realtà nel 2019 fu protagonista di un tragicomico viaggio Roma-Tokyo-Roma in pratica in giornata perché lui e il pilone Giosué Zilocchi vennero chiamati in Giappone a coppa del mondo in corso per la partita Italia-Nuova Zelanda. Epperò il tifone Hagibis causò nel frattempo la cancellazione del match.

«Voli indimenticabili...» ricorda il geometra e motociclista “Fischio” Fischetti mentre butta gli occhi a via del Corso dove ha fatto ben poco “struscio” da ragazzo perché doveva allenarsi e studiare. «C’è una curiosità elettrica per “scoprire” il Mondiale - dice Ceccarelli, che ha giocato parecchio in Francia anche in club prestigiosi come La Rochelle - Con Mitch e Danilo, poi, ci conosciamo fin da bambini e ancora fatichiamo a credere di fare parte di questa avventura».
 

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