Spagna, al Real il derby di Coppa del Re
Atletico travolto per 3-0

Spagna, al Real il derby di Coppa del Re Atletico travolto per 3-0
di Benedetto Saccà
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Mercoledì 5 Febbraio 2014, 23:39 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 01:02
Buon compleanno a Cristiano Ronaldo, che ha vinto un derby di coppa denso di palpiti. Il Real Madrid di Ancelotti, del resto, ha piegato (3-0) l’Atletico di Simeone al Bernabeu nella semifinale di andata della Copa del Rey, compiendo dunque un sensibile passo verso l’atto conclusivo. L’ostacolo non è stato ancora superato, certo, ma naturalmente la missione madridista adesso non appare più impossibile. Il Madrid ha risolto la sfida grazie a due autoreti, la prima di Insua, la seconda di Miranda, e al gol di Jesé, d’accordo, eppure ha raccolto un successo legittimo, meritato, pieno. Una rivincita. Il ct del Bosque, seduto in tribuna, avrà certo apprezzato. Nell’altra semifinale, viceversa, il Barcellona ha liquidato (n-n) la Real Sociedad: il Clasico in finale ormai è una sicurezza.



Cristiano Ronaldo, si diceva, ha offerto una prova apprezzabile nella partita più delicata: virtuosismi, inviti, conclusioni, ecco il repertorio del Pallone d’oro speso nel derby di stasera. Il portoghese non ha segnato, ma ha passato forse una mano di vernice sulla squalifica di tre turni ricevuta proprio oggi: riposerà in campionato, poco male.



La partita era certo accreditata di mirabilie. D’altronde il Madrid si è presentato all’appuntamento vantando il miglior attacco del paese, e un’imbattibilità di 21 gare. Viceversa i biancorossi di Simeone esibivano il primato nella Liga, la difesa meno battuta del torneo, e una sequenza immacolata di 23 partite, un record. La squadra di Ancelotti ha però mostrato una maggiore voglia di vincere, probabilmente suscitata dalla sconfitta patita nel derby del 28 settembre. Non per caso il portiere di coppa (e di scorta) Casillas si è dovuto opporre soltanto ad un paio di conclusioni dei rivali. Di Maria, Alonso e Modric hanno invece imperversato al centro del campo, procurando così più di una difficoltà a Koke e a Gabi, i mediani avversari spesso trovatisi a fronteggiare una preoccupante inferiorità numerica. L’Atletico, per la verità, ha dato l’impressione di aver sottovalutato l’impegno specie sotto il profilo psicologico: la capolista della Liga non può di sicuro concedersi il lusso di incassare tre reti in una semifinale di coppa, per di più contro il Real Madrid, il rivale cittadino.



Ecco i gol, dunque, una logica conseguenza. Già al 17’ Insua ha corretto un tiro di Pepe scoccato dalla distanza, piegando quindi ogni resistenza di Courtois. Nella ripresa, poi, Di Maria ha centrato il pallone per Jesé che ha schienato il portiere belga calciando imparabilmente con l’esterno. E, a chiudere, Courtois ha potuto solo accompagnare con lo sguardo il tiro di Di Maria deviato tra i pali da Miranda. Una collezione di sfortune biancorosse sì, ma legate agli episodi, e meno alla tendenza generale della partita. L’Atletico, fra l’altro, ha manifestato pure un certo nervosismo, figlio chissà di quale tattica: i quattro ammoniti (ad uno), le risse incipienti e le provocazioni sono piaciuti a pochi.



Quanto all’altra sfida, il Barcellona ha steso (2-0) la Real Sociedad al Camp Nou sfruttando una rete di Busquets e il terzo autogol della serata, stavolta del basco Zubikarai. Un’azione da sorrisi, è chiaro: Sanchez ha preso il palo, e nel rinviare Elustondo ha scaraventato il pallone sul proprio portiere Zubikarai, provocando così l’autorete. Un trionfo facile, favorito anche dall’espulsione di Martinez, giunta dopo appena 44’ di gioco. Messi distratto e ammonito. Assente l’infortunato Neymar, che avrebbe volentieri festeggiato il proprio 22esimo compleanno con un successo come il «collega di nascita» Cristiano Ronaldo. Poco male, duelleranno in finale.
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