Roma-Milan, Mourinho e il tabù del Diavolo: lo Special non ha mai vinto con Pioli

I giallorossi non battono il Milan dal 2019

Roma-Milan, Mourinho e il tabù del Diavolo: lo Special non ha mai vinto con Pioli
di Stefano Carina
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Venerdì 28 Aprile 2023, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 11:28

Giusto perché siamo alle porte di maggio e il mal tempo sembra ormai alle spalle. Altrimenti - parafrasando l'indimenticabile Marty Feldman in Frankestein Junior - dalle parti di Trigoria «potrebbe anche piovere». Il buon José, nei panni dell'Igor giallorosso, si avvicina infatti allo spareggio Champions contro il Milan con tante incognite. La prima è legata a Dybala, che ieri ha provato a fare qualcosa in campo senza però rischiare, rimandando il responso sul suo impiego alle prossime ore. C'è poi la questione della difesa a tre che, senza Smalling e Llorente, non lo convince per nulla. Ibañez non si scrolla di dosso l'effetto-derby, Mancini ha confermato che quando non c'è l'inglese è un altro e Kumbulla, che ad oggi è il candidato a sostituire Chris, nelle ultime 8 gare ha racimolato appena 16 minuti. Come se non bastasse davanti dei due centravanti (Belotti e Abraham) non ce n'è uno che riesca ultimamente a inquadrare la porta dove ormai è divenuta consuetudine centrare più i pali (con quello di Bergamo siamo arrivati a quota 30 in stagione) che buttarla dentro. Eppure si gioca e la gara rischia di rappresentare - vicenda Juventus a parte - uno spartiacque nella corsa al quarto posto.

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INDIGESTO
Il Milan negli ultimi anni s'è mostrato avversario indigesto per i giallorossi. La Roma non vince dal 2019 (2-1, gol decisivo di Zaniolo, l'ultimo segnato da Nicolò in campionato all'Olimpico prima della partenza per Istanbul), poi 4 ko e due pareggi. Di questi, due sconfitte e il 2-2 dell'andata appartengono alla gestione-Mou che in carriera non ha mai battuto Pioli. Cosa abbastanza insolita se si pensa che della manita che può fregiarsi di non aver mai perso con lo Special, al tecnico parmense si aggiungono soltanto Nagelsmann, Yakin, Heynckes e Del Bosque. Per non farsi mancare nulla, c'è infine l'effetto Orsato: 5 sconfitte nelle ultime 5 partite arbitrate dal fischietto di Schio. Insomma ce n'è abbastanza per avvicinarsi al match con la massima cautela. Anche se, al di là dei numeri, quello che preoccupa di più José rimane la gestione degli uomini. Oltre alla gara con il Milan infatti, nei prossimi 21 giorni i giallorossi affronteranno Monza, Inter e Bologna oltre al Bayer Leverkusen nella doppia semifinale di Europa League.

Un mini tour de force dal quale dipende gran parte del bilancio del secondo anno dello Special sulla panchina giallorossa. E non avere la rosa al completo, limita le rotazioni, portando il tecnico a dover rischiare di volta in volta qualche elemento.

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Avere Paulo ma non conoscerne l'autonomia non è il massimo; sapere che Matic, ormai perno del centrocampo, è diffidato e non può giocare tre partite a settimana è come convivere con il freno a mano tirato; senza contare Spinazzola, da preservare in una teca. Considerazioni che non vanno mai dimenticate quando si valuta la rosa romanista. In un contesto con tante incertezze, la fortuna è aver ricuperato Pellegrini. Il rigore di Rotterdam poteva affossarlo. Lorenzo ne è venuto fuori alla grande, dimostrando quel carattere che spesso e volentieri è tema di dibattito in città. Tre gol consecutivi e altrettante prestazioni da migliore in campo, la risposta di Lorenzo. La speranza è che domani serva il poker. Mou intanto prosegue nel voler restare in silenzio nelle vigilie di campionato. Non parla dal 28 gennaio. Non lo farà nemmeno oggi, limitandosi a qualche battuta nel pre-gara di Dazn per poi ritrovare la parola al fischio finale e nelle vigilie delle due semifinali europee. A parlare sia il campo.
 

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