Serie A-calciatori niente accordo sui nuovi orari

Serie A-calciatori niente accordo sui nuovi orari
di Emiliano Bernardini
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Sabato 4 Luglio 2020, 07:00
Mezzora d’anticipo. La Lega di serie A e i calciatori per tutta la giornata di ieri hanno lavorato ad un cambio degli orari: 16,45; 19 e 21,15. Un sì definitivo ancora non c’è e non è detto che si trovi. Si continuerà a lavorare per trovare una soluzione condivisa. Possibile arrivi a partire dal prossimo week-end. Da un lato ci sono i calciatori, guidati dal nuovo presidente pro-tempore Umberto Calcagno, che non vogliono scendere in campo prima delle 17. Troppo caldo. Una vera e propria apertura in questo senso non c’è mai stata anche se le posizioni sono decisamente più morbide di prima. Dall’altro le tv che hanno bisogno di 2 ore 2 15 minuti di distanza tra una gara e l’altra. Questione di programmazione e di fidelizzazione del cliente. Troppo tardi alle 21,45. Sia per chi la guarda sia per gli stessi giocatori. Qualcuno è dovuto rimanere fino a notte fonda allo stadio per via dell’antidoping. Ecco i motivi da cui è nata l’esigenza di ricalibrare le finestre della programmazione. I posticipi si vorrebbero anticipare alle 21,15. Meglio ancora alle 21. Ma poi ci sarebbe un ulteriore quarto d’ora da rosicchiare alle gare prima.
TROPPO CALDO O TROPPO TARDI
Oggi alle 17,15 andrà in scena il derby di Torino. In conferenza stampa il tecnico dei bianconeri, Sarri ha fatto anche polemica: «penalizzante giocare a quest’ora». Figuriamoci se fosse stato spostato alle 16,45. Oltre al derby di oggi, ci sono altre 5 gare nella fascia pomerigiana. Domani Inter-Bologna. Sabato 11 Lazio-Sassuolo e Domenica 12 Genoa-Spal. Il 18 Verona Atalanta e il 19 Parma-Sampdoria. Impossibile anche riprogrammarle tutte nella seconda fascia oraria. Questione di equilibri tra Sky e Dazn che si sono sparite le gare. 
TIFOSI ALLO STADIO
Oltre agli orari resta anche aperto il dibattito sul ritorno degli spettatori allo stadio. L’apertura è arrivata nei giorni scorsi da più parti. Possibilista anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: «Vedremo che cosa si potrà fare. Dovremo aspettare ancora metà del mese di luglio per capire l’andamento della curva epidemiologica». Resta da capire come e in che percentuale. «Pensiamo oggi ad un 25%. Il problema è la gestione dei flussi. Saremo pronti a governare questo processo nel momento in cui lo stesso Cts ci darà la possibilità di far accedere i tifosi negli stadi» ha sottolineato nei giorni scorsi il numero uno della Figc, Gravina.
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