Collina: «Fuorigioco e fallo di mano, regole da cambiare. Ben venga la tecnologia, ma non chiamiamola moviola»

collina quando era in campo
di Redazione Sport
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Lunedì 7 Marzo 2016, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:45
«Prima o poi dovremo mettere mano a una modifica della regola del fuorigioco». Parola di Pierluigi Collina, ex arbitro e oggi selezionatore degli arbitri per la Uefa. Intervenuto a 'Radio anch'io lo sport', Collina ha sottolineato che la regola
del fuorigioco «per come è applicata oggi crea problemi ai direttori di gara. Si tratta di centimetri per giocatori che a volte sono lontani anche 30 metri». Un'altra regola cui «mettere mano» è quella del fallo di mano «perchè oggettivamente in un calcio che è sempre più veloce, non è semplice per l'arbitro stabilire quel che è punibile e quel che non lo è».

«Moviola? Non chiamiamola così, la moviola ci ha abituato a immagini iper-rallentate. Uno degli aspetti da valutare sarà capire che tipo di velocità utilizzare: più l'immagine sarà lenta e più la percezione di quanto si vedrà in campo sarà distorta; la velocità dà più intensità e volontarietà», spiega Collina.

«Tutti questi cambiamenti non sono stati improvvisati in una riunione, è un percorso di un anno e mezzo iniziato ben prima che Infantino diventasse presidente della Fifa, all'ultima riunione Ifab era già scontata la decisione presa dal general meeting -prosegue il designatore Uefa che poi passa a parlare dei 3 punti più uno che coinvolgeranno l'uso della tecnologia-. I primo è la segnatura di un gol in cui si verifica cosa successo durante l'azione che porta al gol; se è successo qualcosa: fuorigioco, fallo, un pallone fuori dal campo, ovviamente il gol non sarà concesso».

«Tutto questo ha portato l'Ifab a prendersi un pò di tempo, servono 16-17 mesi per fissare bene tutte queste situazioni. Per quanto riguarda le situazioni analizzate sono dunque la segnatura di un gol, l'assegnazione o meno di un rigore, il cartellino rosso ovvero l'espulsione diretta, e lo scambio di persona: ammonizione di un giocatore piuttosto di un altro», conclude Collina.
 
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