Collari d'oro, Zoff alza la coppa inseme con gli eroi del mondiale '82 in Spagna

ZOFF
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Martedì 19 Dicembre 2017, 13:44
Dino Zoff e gli eroi del Mundial di nuovo insieme sul palco. Gli azzurri che trionfarono ai Mondiali di Spagna nel 1982 sono stati insigniti del Collare d'Oro in occasione della cerimonia che si è svolta oggi nella Casa delle Armi al Foro Italico. Presenti anche la figlia dell'allora ct Enzo Bearzot e il figlio di Gaetano Scirea. Dopo essere saliti tutti insieme sul palco, Zoff ha di nuovo alzato la coppa del mondo replicando un gesto entrato nella storia dello sport italiano. «Resta un trionfo per il calcio italiano e per tutti gli italiani. Portammo il nome dell'Italia nel mondo nelle condizioni migliori, con delle prestazioni sia sportive sia etiche», ha ricordato Zoff, secondo il quale «per rivedere l'Italia formato Spagna ci vorrà del tempo». «Spero di non essere famoso solo per quell'urlo liberatorio», ha detto Marco Tardelli riferendosi alla sua celebre esultanza. «Il gesto più bello fu il gol, poi il resto è quello che usciva dal cuore», ha aggiunto Tardelli ricordando anche i compianti Bearzot e Scirea («ci mancano tanto»). Cinza, la figlia del ct campione del mondo nel 1982, ha evidenziato «l'idea di sport che mio padre aveva, un fattore di promozione dei valori come impegno, sacrificio, solidarietà e cooperazione.
Io penso che questo premio vada inteso anche in questo modo e siamo molto onorati di riceverlo». «Mi capita spesso di rivederlo quel Mondiale, sono ricordi bellissimi -le parole del figlio di Scirea-, sono orgoglioso di essere qui nel ricordo di mio papà».
Emozionato anche Paolo Rossi, il bomber che con i suoi gol spinse l'Italia fino al titolo: «Mi piace che siamo tutti qua, Bearzot era sostenitore del gruppo perché senza il gruppo non si va lontano», ha detto 'Pablitò, prima di ricordare il ritorno in Italia da eroi con il presidente della Repubblica, Sandro Pertini: «Da Ciampino al Quirinale c'era tantissima gente, sembrava la fine della guerra, la liberazione». Sul palco anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino: «Dove ero quel giorno? A Domodossola con la famiglia, i parenti e gli amici, in 50 in un salotto, l'unico con una tv a colori a fare il tifo sfrenato per questi magnifici eroi».
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