Italia-Inghilterra 24-27 Sei Nazioni rugby, azzurri ko ma mai così vicini ai colossi inglesi: hanno segnato più mete di loro. Zara Phillips, nipote della Regina Elisabetta, all'Olimpico Highlights

Primo tempo show degl italiani, rivedi tutte le mete

Ale Garbisi (Foto Cfp)
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 3 Febbraio 2024, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 16:22

Italia rugby Sei Nazioni diretta oggi 3 febbraio

Prima giornata del Sei Nazioni 2024, per la prima volta nel Torneo all'Olimpico si canta God save the King, in tribuna anche Zara Phillips, figlia della principessa Anna e nipote della Regina Elisabetta II, cavallerizza d'argento alle Olimpiadi del 2012, insieme al marito Mike Tindall, campione del mondo con l'Inghilterra nel 2003. L'Italia non ha mai battuto gli inglesi in 30 partite. 

La partita

egli occhi restano le mete sfavillanti di Ale Garbisi, Allan e Ioane. Nel cuore la mineraria difesa all’ultimo respiro degli italiani che è capitolata solo in due occasioni sotto le cariche dei colossali inglesi infine scornati perché hanno fallito troppe azioni primordiali che amano di più e che sono alla base del rugby che loro stessi hanno inventato: sfondare a randellate la muraglia degli avversari. Ecco, all’Olimpico quasi pieno (57mila fedeli di cui 22mila in maglia bianca) è finita 24-27, ovvero azzurri mai così vicini all’Inghilterra anche se bisogna partire da lontano per questo 31° ko su 31 partite in questi confronti. 


GIOCO AEREO
Bisogna partire dalla fine, dall’84’ minuto, insomma ben oltre il termine del match il cui punteggio era inchiodato sul 17-27, ché gli italiani, dopo un primo tempo da stropicciarsi gli occhi per la bellezza (17-14), erano calati permettendo ai rivali di sorpassare e di riportare la partita nello scenario dello scontato pronostico. Essere imprecisi in touche e nel gioco aereo è letale contro la squadra arrivata terza ai Mondiali e infatti già al 44’ il mediano di mischia Mitchell, il migliore degli inglesi, ha segnato sgusciando come un’anguilla: 17-21. Poi due piazzati di Ford dilatavano il vantaggio oltre il break: 17-27 al 65’. Pochi minuti prima l’infallibile Allan, uno degli azzurri migliori, ha invece fallito un penalty che ci avrebbe dato ossigeno e fiducia: ecco, forse è proprio la fiducia in quella che sarebbe stata una storica impresa che è mancata agli italiani che mai avevano perso di appena 3 punti dagli inglesi, che mai avevano segnato 3 mete  e 24 punti complessivi alla nazionale espressione di un mostruoso movimento con 2 milioni di tesserati (85mila l’Italia). Ed è solo la terza volta in 31 match che l'Italia segna più mete dell'Inghilterra (2-1 nel 2012 e 0-1 nel 2013).

Così come nel primo tempo, anche nella ripresa, una fenomenale prova in difesa come la intende il nuovo ct Quesada: gli inglesi hanno avuto almeno 7 occasioni per sfondare da penal-touche e di solito non falliscono neppure contro gli All Blacks, invece Lamaro e compagni ci hanno messo i muscoli e l’anima per non farli passare. L’ultima di queste occasioni l’Inghilterra l’ha avuta appunto all’84’ minuto, con la vittoria già in cassaforte: come si usa nel rugby, gli inglesi volevamo segnare comunque quell’inutile meta, mentre gli azzurri non volevano concederla.


CENTIMETRI 
Beh, questa volta i manovali azzurri non solo non hanno ceduto un centimetro, ma poi, nel clamoroso ribaltamento di fronte, hanno segnato la meta del 24-27 (e del bonus difensivo) con una travolgente galoppata di Ioane che ha fatto tremare lo stadio. La nazionale azzurra negli ultimi anni ha sempre incassato in questi match almeno 4 mete, ieri solo 2 e il distillato che si può assaporare fino al prossimo match contro l’impossibile Irlanda è quello che più piace al nuovo ct argentino Gonzalo Quesada: prima la difesa. In questo settore la differenza fra il prima e il dopo Quesada è prodigiosa e, speriamo, duratura. E l’attacco, ieri orfano di Capuozzo? Una gioia vedere filare in meta nel primo e impeccabile tempo (uno dei migliori di sempre) Ale Garbisi, 21 anni, e Allan, quest’ultimo lanciato da Paolo Garbisi, Brex e Menoncello con un’azione in prima fase che straccia per lineare e antica eleganza tutte le arzigogolate manovre del rugby attuale.


Quesada, che ha già imparato anche a gesticolare in italiano roteando le mani per sottolineare la classe di quella meta: «Non posso essere contento di una sconfitta anche solo di 3 punti contro la squadra terza ai Mondiali, ma mi è piaciuto il carattere dei ragazzi e il modo in cui hanno lottato in difesa. Però dobbiamo migliorare nel possesso, nella touche, nel gioco al piede. Il calo all’inizio del secondo tempo ci è costato un’impresa storica, ma questa partita è una buona base per il nostro cammino».
 

Paolo Ricci Bitti

Tabellino

Roma, Stadio Olimpico, 3 febbraio 2024
Guinness Men’s Six Nations– I Giornata
Italia v Inghilterra 24-27 (17-14)
Marcatori: p.t.  5’ cp.

Allan (3-0); 12’ m. Garbisi A. tr. Allan (10-0); 16’ cp. Ford (10-3); 20’ m. Daly (10-8); 26’ m. Allan tr. Allan (17-8); 33’ cp. Ford (17-11); 37’ cp. Ford (17-14) s.t. 5’ m. Mitchell tr. Ford (17-21); 14’ Ford (17-24); 26’ cp. Ford (17-27); 45’m. Ioane tr. P.Garbisi(24-27)


Italia: Allan; Pani (29’ st. Mori), Brex, Menoncello, Ioane; Garbisi P., Garbisi A (13’ st. Varney).; Cannone L (6’ st. Zuliani)., Lamaro (Cap), Negri (26’ st. Izekor); Ruzza (34’ st. Zambonin), Cannone N., Ceccarelli (6’ st. Zilocchi), Lucchesi (13’ st. Nicotera), Fischetti (26’st. Spagnolo)
all. Gonzalo Quesada

Inghilterra: Steward; Freeman (38’ st. Feyi-Waboso), Slade, Dingwall, Daly; Ford (26’st. Smith), Mitchell (20’ st. Care); Earl, Underhill (26’ st. Cunningham-South), Roots; Chessum (32’ st. Coles), Itoje; Stuart (16’ st. Cole), George (Cap, 34’ st. Dan), Marler (36’ st. Obano)
all: Steve Borthwick

arb: Paul Williams (NZR)
gdl: Nic Berry (RA); Nika Amashukeli (GRU)
TMO: Brett Cronan (RA)

Cartellini: 36’ st. Daly (Eng); 41’ st Lamaro (Ita)

Calciatori: Allan (3/4); Ford (6/7); Garbisi (1/1)
Player of the Match: Ethan Roots (Eng)
Note: pomeriggio soleggiato, 57000 spettatori

Risultati, classifica e calendario

Prima giornata: Francia-Irlanda 17-38, Italia-Inghilterra 24-27, Galles-Scozia 26-27.

Classifica: Irlanda 5; Scozia, Inghilterra 4; Galles 2; Italia 1; Francia 0.

Seconda giornata: 10 febbraio ore 15.15, Scozia-Francia; ore 17.45 Inghilterra- Galles; 11 febbraio ore 16 Irlanda-Italia.

L'attesa

A essere educati - come si conviene a un rugbysta - non sta bene lamentarsi davanti all’Inghilterra per le assenze anche dell’ultim’ora che hanno rimaneggiato l’Italia. Il ct rivale, Steve Borthwick, per un motivo o per l’altro, è stato infatti costretto a rinunciare ad almeno 15 titolari (una squadra intera, insomma) per allestire la formazione con cui affrontare oggi all’Olimpico gli azzurri che mettono sempre più paura agli inglesi per una banale questione statistica: su 30 confronti gli italiani non ne hanno vinto nemmeno uno (anche se il ko del 1998 ad Huddersfield fu dovuto solo a una colossale svista dell’arbitro) e così nessun giocatore che indossa la bianca divisa con la rosa carminio dei Lancaster vuole essere il primo a imbrattare quella maglia immacolata. Sai lo scherno al di là della Manica, da dove sono arrivati a Roma oltre 20mila fedeli.

@sixnationsrugby @Michele Lamaro 🇮🇹 The leader 🫶 #SixNationsRugby #SixNations2023 #guinnesssixnations #SixNations #Rugbytok #Rugby #Rugby #ForYou #rugbyunion🏉 #foryourugby #rugby #Michelelamaro #lamaro #sergioparisse #parisse #leader ♬ original sound - Guinness Six Nations
Italia rugby Sei Nazioni diretta oggi 3 febbraio all'Olimpico di Roma: sfida al tabù Inghilterra, il nuovo ct Gonzalo Quesada debutta senza Capuozzo. Dove si vede in tv
 

Pronostico tabù

Perché, oggi, davanti ai 62mila fedeli dell’Olimpico quasi al completo, c’è il rischio di battere l’Inghilterra? Anche senza la nostra freccia più acuminata, Ange Capuozzo - proprio lui, mannaggia - bloccato da una gastroenterite a poche ore dal match? Anche se qui a Roma non vinciamo una partita del preistorico 2013? No, sulla carta nessun rischio: con o senza il mercuriale Capuozzo, la vittoria dell’Italia è pagata 8 volte dagli allibratori (quella inglese è come al solito data alla pari) e lo scarto che ci viene appioppato è di 15 punti anche perché l’Inghilterra (quinta nel ranking internazionale) è reduce da un brillante Mondiale chiuso al terzo posto, mentre l’Italia (undicesima), dopo una devastante Coppa del Mondo, è arrivata a pezzi nelle mani del ct Gonzalo Quesada che sempre ieri ha perso il romano Edoardo Iachizzi (malanno muscolare) sostituito in panchina dal debuttante bresciano Alessandro Izekor, 23 anni. 

La novità Quesada


Ecco un’importante novità: per queste nozze d’argento fra il Sei Nazioni e il rugby, per questi 25 anni fra il torneo più affascinante e antico del mondo (1883) e Roma, debutta alla guida di una nazionale l’argentino Quesada che ha avuto appena un mese per confermare l’idea che già si era fatto di noi: «Dobbiamo ritrovare la strada in mezzo alla tempesta», ovvero per adesso gioco concreto, nessuna avventura in difesa, ricorso al piede senza remore e folate con i trequarti solo nella metà campo degli avversari. Più avanti si vedrà. Idee molto sagge che tengono conto della Storia azzurra nel Torneo che ci ha accolto nel 2000 e in cui abbiamo vinto solo 13 partite (più un pareggio) su 120 match. Nell’album delle figurine dei ct azzurri è il primo argentino e degli 8 tecnici che l’hanno preceduto solo i primi due (i kiwi Johnston e Kirwan) hanno brindato al debutto nel Sei Nazioni. Che ricordi con Scozia e Galles al Flaminio!

«La Storia la conosciamo bene anche noi giocatori - tuona il capitano Michele Lamaro, romano, 25 anni - ma non ci condiziona. Vogliamo dimostrare che non siamo quelli dei Mondiali, vogliamo restare sempre in partita difendendo fino all’ultimo respiro. Il nuovo ct dà molta importanza all’aspetto mentale, ci spinge a lottare per qualcosa di più grande».Di grande c’è, ahinoi, anche l’esperienza della prima linea inglese che accumula 206 caps (presenze) rispetto alle nostre 84, giusto per ribadire che la conquista sarà la prima chiave per restare in gioco, perché poi il fosforo non manca ai fratelli Paolo e Alessandro Garbisi, 23 e 21 anni, ai quali Quesada ha affidato la cabina di regia anche per sfruttare l’ottima stagione del Treviso che dà 14 giocatori sui 23 del figlio partita. Sprazzi di ottimismo? Giusto un po’, male non fa, come resta inebriante, dopo questi 25 anni così avari di vittorie, la vista dell’Olimpico al completo per gli azzurri del rugby. 


 

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