«È una domenica triste per il calcio - dice -. Non vorrei parlare della mia imitazione, che è sempre stata affettuosa: mi piace ricordare soprattutto la nostra amicizia, nonostante la nostra differenza di età... mi voleva bene, ci volevamo bene...ci conoscevamo da oltre cinquant'anni, una di quelle amicizie forti che non avevano bisogno di tante parole. Ci somigliavamo anche».
Giovanissimo, racconta Teocoli, «andavo allo stadio con lui per convenienza: mi avrà passato più di 300 biglietti per entrare e mi ripeteva sempre "La prossima volta te lo compri il biglietto", e mi sorrideva». E ancora, ricorda, «d'estate, andavamo all'idroscalo, il mare di Milano, insieme a prendere il sole e ci ritrovavamo al bar da soli per l'aperitivo. Mi invitava spesso. Affettuosamente, quando parlava gli rispondevo imitando il suo accento triestino, mi diceva "queste cose vai a farle al teatrino, non fare il mona", "vai vai vai", e rideva anche lui...».
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