Caso Sharapova: la bufera Meldonium ora fa tremare tutta la Russia

Caso Sharapova: la bufera Meldonium ora fa tremare tutta la Russia
di Gianluca Cordella
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Giovedì 10 Marzo 2016, 09:41
«Questa situazione non dovrebbe gettare un'ombra sull'intero sport russo». L'osservazione di Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin, sarebbe sacrosanta in qualsiasi altro contesto. Purtroppo per lui, però, la realtà russa degli ultimi mesi suggerisce altre considerazioni e l'allargarsi a macchia d'olio del caso Meldonium, più che un venticello di scorrettezza sportiva di qualche singolo furbetto, è simile a una bufera che rischia di flagellare lo sport russo. Che, ricordiamolo, attende ancora di sapere se la Wada “perdonerà” la federatletica per lo scandalo doping emerso alla fine del 2015 e che ha portato alla sospensione della squadra di Mosca, con rischio serio di saltare anche l'appuntamento olimpico di Rio. Trema la Russia e corre ai ripari: Igor Lebedev, vicepresidente della Duma (la Camera bassa del Parlamento russo) nonché membro del Comitato esecutivo dell'Unione calcistica locale, ha convocato per oggi una riunione d'emergenza del Comitato olimpico russo per «studiare attentamente i fatti». L'obiettivo è prima di tutto dimostrare a livello internazionale che nel Paese si sta facendo di tutto per contrastare il doping. Non è un caso che ai lavori del Comitato siano stati invitati anche i giornalisti stranieri.
ADDIO, MARIA
E pazienza se l'operazione pulizia passa dalla testa della sportiva russa più celebre al mondo. Quel «un test fallito dalla Sharapova non giustifica gli inaccettabili e ingiustificabili tentativi di politicizzare lo sport» pronunciato da Peskov suona come un benservito per Maria. Che ieri è stata bastonata verbalmente anche dalla Wada. O meglio, dal suo ex capo, Dick Pound, l'uomo che ha guidato l'Agenzia fino al 2007. «Non ho nessuna simpatia per la Sharapova, ce l'ho avuta in passato - la rivelazione alla Bbc dell'avvocato canadese, a capo della commissione che ha sollevato il polverone sul doping nell'atletica russa - È stata ai vertici dello sport per 10, 12 anni...Sveglia, c'è qualcuno in casa? Merita assolutamente di essere squalificata, la durata non è una decisione che spetta a me». Si parla di due anni salvo attenuanti, ma potrebbe anche andar peggio, quattro anni, se fosse accertata l'assunzione intenzionale. L'attacco di Pound non finisce qui. «È un caso difficile da capire perché con l'entourage che la segue come è possibile che nessuno se ne sia accorto? Come puoi essere così stupido? - affonda - Solo a dicembre i tennisti sono stati avvertiti cinque volte del cambio nella lista Wada. Mi spiace ma ha commesso un errore grave».
MAZZATA FINALE
«L'impressione è che stiano solo cambiando le sedie a sdraio sul ponte del Titanic. La Iaaf e la Wada non possono rischiare la loro credibilità». È la chiosa di Pound sul reintegro dell'atletica russa in tempo per Rio che fa tremare Mosca. Anche perché i casi doping, con la nuova linfa del Meldonium, continuano a moltiplicarsi al di fuori dell'atletica, sfumando persino nel grottesco. Ieri si è aggiunta alla lista la positività di Ekaterina Konstantinova, terzo caso di Meldonium nello short track dopo Yelistratov e Kulizhnikov. Uno scandalo che si sposta sul ghiaccio? Più che altro un sabotaggio fratricida secondo il capo della federazione di pattinaggio Alexei Kravtsov, che sostiene che il farmaco sia stato «piazzato apposta da altri sportivi e membri delle altre squadre nazionali russe» proprio per trascinare sul fondo dello scandalo anche lo short track. Come se i guai sportivi russi non fossero già abbastanza.