Raimondo all’oro olimpico poteva aggiungere, sul petto delle medaglie, l’argento individuale e a squadre di Melbourne ’56 (le gare si disputarono a Stoccolma per evitare la lunga quarantena australiana), il bronzo a squadre di Roma ’60, Tokyo ’64 e Monaco ’72. A Messico ’68 ebbe il compito di portare la bandiera tricolore. Ma non si fermò ai Giochi Olimpici: per due volte è stato campione del mondo, in sella a Merano ad Aquisgrana nel 1956 (l’anno prima furono d’argento) e in sella a Gowran Girl a Venezia ’60. I quattro finalisti dovevano scambiarsi i cavalli e Raimondo con Gowran Girl fu irraggiungibile: era una cavalla capricciosa, ma non nelle mani di Raimondo. Con lui fece 4 penalità, con i concorrenti una strage di legname. Fu quello l’anno più bello e insieme probabilmente più difficile, non solo sportivamente. Perché Raimondo, che era militare, dovette comandare la carica di Porta San Paolo in quei giorni rabbuiati della Repubblica.
FEDELE NEI SECOLI
Era un vero Carabiniere, fedele nei secoli all’Arma (comandò anche lo spettacolare Carosello) e all’Italia. Ricordava di quando, ai tempi della Costituente, passò venti giorni dentro un portone a far la guardia alla grande novità che era la democrazia in Italia. E quando riandava a quei giorni ricordava che c'era chi faceva insieme il sellaio, il groom, il veterinario e quant’altro abbisognasse, mentre oggi, sorrideva, i cavalieri hanno bisogno dello psicologo. Ma quella storia finì lì: non finì, invece, la sua lunga storia d’amore con i cavalli, con gli appassionati, con i cavalieri italiani che guidò anche come tecnico nazionale, con Piazza di Siena, al cui appuntamento Raimondo non mancava mai, anche quando gli anni cominciavano a pesargli. I cavalli! Chissà se in cuor suo preferiva Posillipo o Merano; di quest’ultimo raccontava che quando arrivava in scuderia, Merano riconosceva il rumore della macchina e s’affacciava alla porta del box per salutare il suo amico e per averne in cambio la carota o lo zuccherino. Un sondaggio di qualche anno fa lo vide nominato il miglior cavaliere mondiale di sempre: lo fu, completo, dal Salto Ostacoli appunto al Completo, alle corse al galoppo in piano e in ostacoli, alla campagna. Onore a un mito.
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