Clitemnestra, Medea e Circe: le figure femminili di Violante si staccano dal mito e interrogano l'oggi

La trilogia è andata in scena domenica 19 novembre al Teatro India di Roma e fa parte del più ampio progetto “Donne!”, che si concluderà il 25 novembre al Teatro Argentina

Clitemnestra, Medea e Circe: le figure femminili di Violante si staccano dal mito e interrogano l'oggi
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Martedì 21 Novembre 2023, 17:56

Mai come in questo periodo storico l'immaginario legato al femminile e alle sue molteplici sfaccettature simboliche, storiche e sociali si carica di signficati capaci di dialogare direttamente con la contemporaneità e con il pubblico. 

Le donne del mito di Luciano Violante prendono così corpo nell'interpretazione di Viola Graziosi in modo potente e attuale, mettendo davanti agli spettatori la contraddittorietà, la fragilità e la potenza che caratterizzano il ruolo femminile nella letteratura e nel mito. I frequenti rimandi classici presenti nei monologhi e la ricercatezza dei testi arricchiscono di poesia la capacità dell'interprete di dialogare in modo diretto ed empatico con il pubblico, che viene messo al centro di tematiche e dilemmi che non smettono di questionare le coscienze. 

Tramite l'espressività e i cambi di registro modulati con maestria da Viola Graziosi, i tre personaggi femminili - Clitemnestra, Medea, Circe - parlano sul palco in prima persona, rivelandosi senza filtri nella fulgidità di una luce che le isola dal buio.

Si staccano dalla staticità delle interpretazioni date finora alle loro storie e diventano così figure metastoriche, in grado di metterci davanti al dono e al dramma di quante sono in grado di guardare al di là del destino, oltre le convenzioni di una rotta già scritta.

Clitemnestra, moglie adultera e madre straziata dall'omicidio della propria figlia Ifigenia, pone una precisa accusa all'opinione pubblica appiattita e giudicante, rivolgendosi direttamente agli spettatori: "Voi uomini di Micene, taceste". Come Clitemnestra rivendica il proprio diritto al riscatto e alla giustizia, Medea invita a guardare insieme a lei oltre il mobile confine di ciò che è "morale", scegliendo di uccidere i propri figli pur di non renderli vittime di una lenta degradazione verso la schiavitù, che rappresenta per lei l'opposto del vivere. Circe strappa le maglie di quel ruolo di seduttrice e ingannatrice che le è cucito addosso e si mostra invece come colei che conosce i mille tipi di uomini poiché in grado di scrutarne l'anima. Circe diventa quindi la donna-dea che svelando agli uomini l'essenza più nuda dei loro animi è anche in grado di offrire loro l'opportunità di nuove rigenerazioni e diversi destini. 

Chiudendo la trilogia di Violante, Circe rende chiara l'essenza che unisce le tre figure di donne: complessità, sovversione e soprattutto la determinazione, dolorosa e mai definitiva, a sottrarsi ad un destino già scritto. Con la sua lastra-specchio, la maga del mito concretizza ciò che lo spettacolo nel suo complesso mette in scena: un confronto con il femminile nel quale l'interiorità dell'uomo emerge senza filtri e senza scampo. 

La trilogia è andata in scena domenica 19 novembre al Teatro India di Roma e fa parte del più ampio progetto “Donne!”, che si concluderà il 25 novembre al Teatro Argentina con la performance "Qualcosa di lei”, scritto da per Viola Graziosi da Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi. 

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