Teatro dell'Opera, la rivoluzione di Virginia Raggi: dal tailleur alla mantella della Magnani

Teatro dell'Opera, la rivoluzione di Virginia Raggi: dal tailleur alla mantella della Magnani
di Simone Canettieri
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Mercoledì 13 Dicembre 2017, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:54

Dal cappottino nero, e un po' tristanzuolo, a un generoso décolleté. Spalle scoperte e poi accarezzate da una mantella da fiaba che Anna Magnani indossò a New York. Insomma, Virginia Raggi un anno dopo. Nel 2016, alla prima dell'Opera (in scena Tristano e Isotta) la sindaca strinse le mani sul red carpet, bardata sotto la fascia tricolore, e poi se ne andò senza assistere allo spettacolo. Ieri tutta un'altra musica, e non solo perché sul palco c'era La damnation de Faust di Hector Berlioz. Questa volta la grillina è stata la regina (a seguire Maria Elena Boschi) dell'evento. Tutti a guardarla, tutti a farle i complimenti, scariche di flash. Una «Virginia super glam», stretta in una mise di alta moda della maison Gattinoni. Ovvero: un corsetto stretto che sottolineava il punto di vita sottile della prima cittadina e la gonna ampia, per via della crinolina, doppiata in tulle, intarsiata in velluto per un effetto vintage, reso ancora più evidente dai decori di paillettes e micro-cannette. Un po' Anna Valle un po' Maria Callas.

 

Seppur con colpevole ritardo, la sindaca continua la marcia verso una «maggiore consapevolezza del proprio ruolo», come ricordano ora soddisfatti dal Campidoglio. Una svolta estetica, e quindi un po' politica, iniziata su un altro red carpet: quello dell'ultima Festa del Cinema, culminata in un party esclusivo organizzato dalla maison Fendi.
Se l'anno scorso Raggi se ne andò dal Costanzi lasciando un po' tutti di sasso, questa volta invece si è accomodata nel palchetto delle autorità, come vuole il protocollo. Con lei l'immancabile vicesindaco Luca Bergamo, che non ha potuto fare altro che sfigurare davanti al fascino della pentastellata. Consapevole di rappresentare la Capitale anche in queste occasioni in cui l'eleganza e la bellezza hanno un ruolo, seppur di vetrina, non secondario. Ne sa qualcosa Spelacchio, l'albero raffreddato di piazza Venezia. Ma questa è un'altra storia. Sipario.
 

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