«Questo brano - racconta Vecchioni - si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la “canzone d’autore” e che non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato ed è successo tutto.
Forse per questo Francesco Guccini (che ho fortemente voluto nel mio disco per quello che rappresenta, e lo ringrazio ancora di esserci stato), ha scelto di cantare con me». Un passaggio di testimone per una nuova “resistenza” che sceglie mezzi analogici: solo cd e vinile senza piattaforme streaming e download, una scelta coerente al progetto discografico che indica la volontà di non trattare la musica come prodotto di consumo veloce. L'album tiene insieme ritratti diversi, da Alex Zanardi a Giulio Regeni, dalla guerrigliera curda Ayse a Leopardi, che l’autore accomuna nell’amore per la vita. Un album manifesto, «non 12 brani - come spiega Vecchioni - ma un’unica canzone divisa in 12 momenti», in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie: la necessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA