Noel Gallagher torna con "Who Built The Moon?": «È il mio disco più rock. Liam? Vada in terapia»

Noel Gallagher crediti di Lawrence Watson
di Rita Vecchio
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Venerdì 10 Novembre 2017, 01:04 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 17:18

«Mio fratello Liam? Secondo me, deve andare in terapia. Pare essere molto arrabbiato, ma non so il perché. Anzi, se lo scoprite, fatemelo sapere». Dribbla con ironia, Noel Gallagher, parlando del fratello con cui non parla più se non attraverso social e interviste. «Io come mi sento? Non me ne frega nulla». L'ex Oasis è in Italia in questi giorni per presentare l'ultimo disco con gli High Flying Birds, il gruppo rock fondato dopo lo scioglimento della band che lo ha portato al successo planetario e con cui aveva già firmato il precedente album Chasing Yesterday. E sarà ospite di XFactor nella puntata del 30 novembre.
 



Si intitola Who Built the Moon?, «titolo bellissimo - commenta dalla terrazza panoramica di un hotel milanese, gli occhialoni scuri - Il titolo non è nuovo. Ma quando non riesco a fare io, mi piace attingere da altri». Undici tracce, anticipate dal singolo Holy Mountain, che usciranno il prossimo 24 novembre. «Un lavoro rivoluzionario. Perché io sono rivoluzionario». E ride.
 
 

IL SOUND
Il disco segna l'inizio della collaborazione con David Holmes, compositore e produttore che «mi ha fatto tagliare i ponti col passato. All'inizio era frustrante e mi ha confuso. Poi ho capito che stava venendo fuori una parte di me che nemmeno conoscevo». Un sound che mette insieme stimoli musicali tra i più vari senza confini temporali (attingendo dagli anni '60 in poi) e con l'imprinting di Paul Weller e Johnny Marr («amici prima di tutto»). Un suono che sta in mezzo, tra sperimentazione e cosmic pop come lui lo definisce. Un disco essenzialmente rock che azzera i sinonimi concettuali che solitamente si associano. «Giubbotti di pelle. La Jack Daniel's. Tatuaggi. Ma soprattutto, una musica urlata. Il senso del rock è solo libertà dell'anima. Non serve null'altro. È proprio quel senso di rock che ha ucciso il rock 'n roll».
A parlare è un nuovo Noel. Lui che si era definito «uno sgabello a tre piedi» dopo la fine degli Oasis, ora dichiara di sentirsi «una chaise longue di velluto», per dire che sta benissimo. Fa anche una battuta sulla regina Elisabetta («se lei non paga le tasse, in compenso ci sono io che ne pago troppe»). Grande assente (visto che indiscrezioni lo vedevano per l'occasione tornare sul palco accanto al fratello Liam) a One Love Manchester, il concerto contro la paura voluto da Ariana Grande a pochi giorni dall'attentato del maggio scorso.

«Non ho partecipato perché non mi è stato chiesto. E io non mi sono proposto». In compenso, c'era alla riapertura del Manchester Arena, luogo della strage. «Concerto triste ma che ha reso orgogliosi le vittime e i superstiti». Perché con la sua musica è «gioia e speranza» che vuole trasmettere. «Non è facile. Ma io sono bravo».
Autostima a mille (o magari solo apparente). «Sono un fottuto genio». Parola di Noel Gallagher.

Unica data italiana del tour è l’11 aprile 2018 al Fabrique di Milano.
 

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