Sicuramente la più rara è quella di Donizetti il cui catalogo, a fianco delle oltre settanta opere, numerose cantate, musica religiosa, sinfonica, e vocale da camera, vede anche alcuni titoli di musica strumentale da camera, tra i quali Quartetti, Quintetti e Trii, una formazione per la quale, oltre a Donizetti, soltanto altri due operisti italiani, Cilea e Wolf-Ferrari, hanno scritto pagine di musica. Quello in Re maggiore, caratterizzato da una scrittura semplice e di stile quasi neoclassico, è una composizione giovanile che risente molto della formazione ricevuta da Donizetti attraverso gli insegnamenti di padre Mattei prima e di Simone Mayr poi.
Il Trio op. 8 in sol minore di Chopin, pubblicato per la prima volta nel 1832, rimase una delle sue composizioni preferite, da lui stesso eseguito più volte in riunioni private con amici. Schumann ne esaltò l'originalità e l'arte della scrittura pianistica. Il Trio in Re minore op.49 di Mendelssohn fu, invece, eseguito per la prima volta il 1 febbraio 1840 nella Gewandhaus Saal di Lipsia. È caratterizzato da un pianismo davvero brillante, con la tastiera che dialoga appassionatamente con il violino e il violoncello, un lavoro limpido e luminoso il cui Scherzo sembra per questo uscire dalla grande matrice delle danze di elfi e dalla fantasia di Mendelssohn, un momento magico tipico della scrittura e dell’animo del compositore.
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