Non è stato il classico concerto di Natale. No, quello di ieri sera in un teatro dell'Unione gremito è stato qualcosa di più. Un'unione, come quella che ha visto sullo stesso palco prima alternarsi e poi interagire l'Orchestra sinfonica Etruria Ensamble e l'ensamble vocale Il Contrappunto e con voci a cappella dei Neri per caso. Il tutto magicamente assemblato dal maestro Fabrizio Bastianini – una garanzia - con crescendo, canti e controcanti che si sono incastrati alla perfezione, arricchiti dalle voci del tenore Alessandro Fiocchetti e della soprano Mariangela Rossetti, e dalla regia di Laura Antonini.
Qualcosa di più perché è vero che le musiche della festa l'hanno fatta da padrone, ma quelle note non sono state le uniche protagoniste. Insieme a loro hanno trovato spazio i tributi a personaggi che non ci sono più ma che hanno segnato la storia della scienza, della televisione e del cinema. Come quello a Piero Angela, con l'Aria di Bach usata come sigla di Quark. O come "Murder, she wrote", colonna sonora del telefilm "La signora in giallo", per ricordare l'attice protagonista, Angela Lansbury. O ancora come il tema principale del film "Harry Potter", tributo a Robbie Coltrane, alias Rubeus Hagrid, il gigante buono.
E in mezzo si sono materializzati loro, i Neri per caso, un intermezzo di ben 9 brani – "Englishman in New York di Sting il primo, il loro "Le ragazze" come bis alla fine – uno dei quali eseguito insieme all'orchestra, "Jingle Bells", nella loro versione del '96.
Erano anni che non si esibivano a Viterbo, ieri sera hanno pubblicamente apprezzato la bellezza del teatro dell'Unione, che hanno lasciato appena terminata la loro esibizione per correre a Corato, in provincia di Bari, dove hanno un concerto stamattina prestissimo. Massimo De Divitiis ha anche parenti nella zona del lago di Bolsena, «quindi conosciamo questo territorio». Come si conciliano i gusti musicali di sei persone in un unico gruppo? «Siamo molto democratici: si fanno delle proposte e quando mettono d'accordo tutti si passa all'arrangiamento, che fa Ciro» Caravano nella maggior parte dei casi, o Massimo De Divitiis ad esempio per tre dei brani dell'ultimo disco di Natale.
Il più pignolo professionalmente? Nessun dubbio: «Chiaramente Ciro», che nella sua terra con i cori ha una certa dimestichezza. «Un orecchio assoluto che non lascia passare nulla», aggiungono. E intanto sono al lavoro su un nuovo progetto. «Diciamo – concludono - che siamo già a un buon 30 per cento».
Poi l'Unione, l'orchestra, il coro: un "Natale per caso".