Due dischi, uno in italiano e uno in inglese. Venticinque canzoni, che nella versione digitale diventano ventisette e che entro la fine dell'anno diventeranno più di trenta, come una sorta di playlist in divenire. Sonorità che spaziano dal pop al rock, dalle ballate alla musica elettronica, dal rap al soul. E un elenco lunghissimo di ospiti, tra autori, produttori, cantanti: Jovanotti, Calcutta, Elodie, Giorgia, Rkomi, Takagi&Ketra, Andy dei Bluvertigo, Venerus, l'americano Stevie Aiello (già braccio destro dei 30 Seconds to Mars di Jared Leto), solo per citarne alcuni. «È un disco pazzo, fatto di condivisioni, permessi speciali e follia post-pandemica. Ho chiamato in campo tutte le forze che avevo a disposizione».
Lo schermo
Elisa mette le mani avanti, mentre dall'altra parte dello schermo, collegata dalla sua casa a Monfalcone, parla di Ritorno al futuro / Back to the future, da ieri nei negozi. Il doppio album arriva dopo il secondo posto al Festival di Sanremo, dove Elisa si è rimessa in gioco con O forse sei tu a distanza di ventuno anni dalla vittoria con Luce (Tramonti a nord est): «Potevo rischiare di essere vista come una veterana, sarebbe stato anche naturale.
Le sonorità
Non sorprende, oggi, sentirla alle prese con sonorità urban in A tempo perso o elettropop in Seta e subito dopo cimentarsi con una ballata, per poi cantare un funky scritto da Calcutta (dopo Se piovesse il tuo nome qui firma Litoranea): «Per interpretarla sono uscita dal mio personaggio. Ho finto di essere una vecchia diva del cinema italiano, un po' Monica Vitti», dice. E ancora, duettare con Elodie, Giorgia e Roshelle su Luglio e con Jovanotti su Palla al centro. Poi c'è l'altro disco, quello in inglese, in cui guarda al soul con Show's Rollin, al rock alternativo con Fuckin' Believers, al gospel con My Mission. Una grande ecletticità o una certa sfocatezza? Dipende dai punti di vista: «So bene che questo disco può risultare un'accozzaglia. Pazienza. D'altronde nell'era dello streaming è un'utopia, da parte degli artisti, pensare che la gente ascolti un album così come è stato pensato. Io ho tolto i freni inibitori, non mi sono fatta problemi a raccogliere pezzi così diversi tra loro. D'altronde non ho mai avuto un percorso lineare», dice lei. Tra i temi che ricorrono di più c'è l'ambiente, dalla stessa Show's Rollin a I Feel It In The Earth e anche il tour estivo, che annuncerà a breve, presterà attenzione al tema: «Pianteremo alberi nelle città in cui suoneremo, per ridurre l'impatto ambientale dei concerti. E acquisteremo prodotti a km zero. Tutto quello che avanzerà sarà donato alle mense dei poveri» promette Elisa.