Per chi mastica corde e chitarra la notizia è di quelle bomba. Andrea Braido sta per pubblicare due nuovi lavori discografici a distanza di un mese. E saranno due facce della stessa medaglia: il telentuoso chitarrista di Mina, Vasco, Zucchero, Ligabue, Celentano, Baccini - e molti altri ancora – uscirà mercoledì prossimo con "An evening with Andrea Braido trio", live risalente al 1994, e il 6 gennaio con il nuovissimo "Tales", dieci tracce con otto inediti e due cover. Saranno disponibili su Apple music, Spotify e Dazeer.
Braido, c'è altro che bolle in pentola?
«Certo, ne seguiranno altri. Questo live è stato registrato nell'estate del 1994, nella pausa del tour con Adriano Celentano. Con me ci sono Davide Ragazzoni alla batteria e Stefano Olivato al basso. È la testimonianza di un modo di vivere la musica molto libero. Lo spirito di quel concerto era che si suonava pesantemente, con energia, pezzi anche difficili. Il genere si rifà al mio primi disco del '91, "First", molto jazz fusion. Sarà il primo di una serie, grazie a Giovanni Pasquetti, fonico ed editore, che è riuscito a ottimizzare al meglio le tracce di un live registarto direttamente al mixer. I prossimi saranno di altri generi, anche rock blues. Ho le mie prime incisioni, da quando avevo 16 anni in poi».
Fin qui il live. E il lavoro in studio?
«Sono otto composizioni mie più due cover. Un brano degli anni '50, "Mr Sandman", fatto un po' come lo suonava Chet Atkins, cambiando varie chitarre, molto country. L'altro è dedicato a Lyle Mays, tastierista di Pat Metheny, si chiama "August".
Ci sono ospiti?
«In un brano ce ne sono due, il pianista Luca Fraula e Mauro Brunini al flicorno. Per il resto suono tutto io: piano, batteria e basso. Mi fa sorridere che alcuni mi considerino un chitarrista shredder o supertecnico: da Baccini a Vasco, Mina e Lauzi ho sempre messo melodia, ma sapendo suonare anche altro, questo spesso viene fuori».
Spoiler: titolo?
«Si chiama "Tales" e si tratta di 10 pezzi strumentali. Entrambe le copertine, anche del live, sono state disegnate da mio figlio Leonardo».
Che differenza c'è tra il Braido del live del '94 e quello di oggi?
«Nel 94 ero molto più furioso e aggressivo nell'approccio allo strumento, usavo molto la leva, anche per l'età. Avendo studiato e conoscendo tutta la musica ora vengono fuori anche altri elementi. Lo spiego anche nel libro "Energy life».
Vasco ha parlato molto di "Fronte del palco" sulla serie Netflix, ma non ha citato i musicisti.
«Avrei tante cose da dire, ma credo non ci sia bisogno di commenti».