Musica, arriva il disco "Dodecagon": Arturo Stàlteri suona 12 brani di Philip Glass

Il disco esce il 7 luglio: l’idea originaria di Richard Guerin, l’assistente di Glass, era quella di portare sul digitale i brani di ‘Circles’, l’album di Stàlteri del ’98 che omaggiò la magia del maestro. Invece ecco un nuovo album con inediti arrangiamenti firmati anche da Michael Riesman, storico collaboratore del musicista statunitense

Musica, arriva il disco "Dodecagon": Arturo Stàlteri suona 12 brani di Philip Glass
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Martedì 11 Luglio 2023, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 14:06

Un album che è una vera chicca per chi ama uno dei compositori più influenti del ventesimo secolo: Philip Glass, tra i capifila del minimalismo musicale. Uscirà venerdì 7 luglio ‘Dodecagon’, il nuovo disco del pianista Arturo Stàlteri che contiene 12 brani dell’artista statunitense rivisitati e approvati dallo stesso Glass, tanto è vero che l’opera verrà pubblicato dalla sua stessa etichetta discografica: ‘Orange Mountain Music’.

La nascita dell'album "Dodecagon - Arturo Stàlteri plays Philip Glass"

Già, perché questo ‘Dodecagon – Arturo Stàlteri plays Philip Glass’ è stato fortemente voluto da Richard Guerin (assistente personale di Glass).

Così racconta la genesi dell’opera: «Nel 1998 Stàlteri pubblicò l’opera ‘Circles’ dedicata alla musica di Philip. Arturo aveva scelto brani molto conosciuti, come ‘Opening’, oltre a ‘Mad Rush’ e ‘Metamorphosis One’ (interpretati splendidamente), ma nello stesso tempo proponeva anche musica mai ascoltata prima su un pianoforte, inclusa una incredibile, idiosincratica, drammatica resa di ‘Closing’. Negli anni è sempre stato frustrante per me il fatto che questo album non fosse reperibile digitalmente, così, alla fine, nell'estate del 2022 ho contattato Stàlteri».

Da qui la richiesta da parte di Guerin Salem di rimettere mano a quell’album con l’obiettivo di renderlo disponibile anche digitalmente. Ma Stàlteri è andato oltre e ha deciso, in accordo con lo staff di Glass, di rimettere sì mano ai brani, ma rendendoli musicalmente diversi da ‘Circles’ del 1998, per quello che è in pratica un nuovo lavoro. “Parte dell'essere artisti - continua Guerin Salem - è sentirsi continuamente insoddisfatti: quello che rappresentava un punto di riferimento nella mia vita di ascoltatore, era per Stàlteri, invece, qualcosa che avrebbe sempre voluto reincidere. A distanza di poco tempo dalla nostra prima conversazione, abbiamo modo ora di ascoltare il risultato di ciò  che è spesso impercettibile nel campo della creazione artistica: l'evoluzione in tempo reale e l'impegno per un'idea. Dai selvaggi 90 secondi della manipolazione in studio di una “breve versione rovesciata” di ‘Opening’, alla ‘North Star’ eseguita su molteplici pianoforti. ‘Dodecagon’ è essenzialmente il riesame di un viaggio intrapreso tanti,  tanti anni fa. Il titolo stesso si riferisce a una figura con dodici lati, come il numero delle tracce contenute nel disco”.

Le 12 tracce 

Entrando nello specifico delle 12 tracce, è lo stesso Stàlteri a presentare l’album: “La traccia di apertura, ‘Opening’, era in origine all’interno del disco ‘Glassworks’: la mia versione è molto breve, e imperniata su due pianoforti, uno dei quali opportunamente “rovesciato”. Seguono due dalle cinque ‘Metamorphosis’, in origine su ‘Solo piano’ e ispirate a Kafka. In questo caso mi sono limitato a interpretare, rispettando completamente  la partitura  originale. La sezione dedicata a ‘North Star’ è  un mio arrangiamento per più  pianoforti di una serie di brani che Glass compose per il film ‘Mark Di Suvero’. Le composizioni originali  prevedevano un organico per voci, organi elettronici e sintetizzatori. In questa mia rilettura sono arrivato a sovraincidere fino a 8 pianoforti, alcuni trattati  nelle maniere più  disparate. Lo ‘Studio numero 8’ e ‘Mad Rush’ (questa ultima composizione scritta in origine per organo da chiesa  per il Dalai Lama, e trascritta in seguito per pianoforte dallo stesso Philip Glass) sono stati eseguiti nel rispetto assoluto della partitura. ‘Aria da Satyagraha’, per due pianoforti, è un arrangiamento  dall'originale  per voce e orchestra da parte di Michael Riesman, storico  collaboratore  del maestro, al quale mi sono fedelmente attenuto. In ‘Closing’, in origine su ‘Glassworks’, ho modificato l'accompagnamento, accelerato molto la velocità  d'esecuzione e  suonato la melodia in modo decisamente drammatico e aggressivo”.

L’album è già disponibile in versione digitale. 

Chi è Arturo Stàltieri 

Stàlteri, oggi anche conduttore di trasmissioni musicali per Radio Rai, ha cominciato a farsi conoscere con il gruppo Pierrot Lunaire, uno dei nomi storici del rock progressivo degli anni ‘70. Una carriera ricca di collaborazioni la sua: è stato tra gli altri lo storico tastierista di Rino Gaetano suonando negli album Mio fratello è figlio unico (pianoforte, organo Hammond, clavicembalo, eminent, moog) e Aida (pianoforte, organo hammond): sua l’intramontabile introduzione de Ma il cielo è sempre più blu. Inoltre per Carlo Verdone ha composto musiche per L’amore è eterno finché dura, e ha interpretato pagine di Bach, Schubert e Chopin nel film Grande, Grosso e Verdone. 

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