I magnifici 7 poeti del Trullo: il gruppo di artisti metropolitani che imperversa sui social

I magnifici 7 poeti del Trullo: il gruppo di artisti metropolitani che imperversa sui social
di Enrico Gregori
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Giovedì 4 Settembre 2014, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 19:22

“Inumi Laconico”, “er quercia”, “er pinto”, “er bestia”, “Marta der terzo lotto”, “’a gatta morta”, “er farco”. No, questi pseudonimi non appartengono a ulteriori proseliti della Banda della Magliana. La zona in qualche modo c’entra, ma “i magnifici 7” sono quelli in una banda diversa, innocua ma in qualche modo trasgressiva. Sono “I poeti del Trullo”, sette artisti metropolitani che imperversano da maggio del 2010 nel loro quartiere e in buona parte della città, disseminando le loro liriche corrosive. Sono diventati un fenomeno quasi virale, vista la loro capillare presenza in tutti i social network. Ma, proprio per capire cosa li distingua da tanti altri profeti dell’invettiva, chiediamo lumi al “leader” Inumi Laconico.

Siete il Pasquino del Duemila?

“Non proprio.

Ce lo hanno già detto, e ovviamente essere accostati alla voce storica di Roma ci fa onore. Ma Pasquino insisteva molto sulla politica, sul sociale. Noi siamo impegnati sui problemi della gente, della nostra zona”.

Il Trullo. Ecco, non vi pare un po’ troppo settoriale?

“Il Trullo è un riferimento generico. E’ vero che siamo tutti di quella zona, ma la nostra poesia si interessa di tanti altri quartieri. Il Trullo è un simbolo, perché fino a vent’anni fa era ritenuto un quartiere degradato. Oggi per fortuna non è più così, e noi cerchiamo di comunicarlo, anche se ovviamente di problemi ce ne stanno sempre”.

Poesia, sì. Ma pensate davvero di essere dei poeti?

“Ma ci chiamiamo così perché la poesia, e la letteratura in generale, ci piace e ci interessa. Parliamo di Pasolini, Kafka, Borges, Montale, Merini…Ma è ovvio che non ci paragoniamo nemmeno minimamente ad artisti di questo livello”.

“Sembra evidente. Fate anche le poesie sulla monnezza”.

“Vero. Ma, proprio per parlare di immondizia, a noi non piace puntare sempre e soltanto il dito contro le istituzioni. E’ vero, i cassonetti sono pochi, magari l’Ama non riesce a coprire in toto le esigenze della città. Ma è anche vero che tanta gente i cassonetti nemmeno li apre, lascia i rifiuti per terra e se ne va. Allora noi, magari, facciamo una poesia facendo parlare il cassonetto. E la appiccichiamo proprio lì, come monito”.

Va bene, ma dove volete arrivare a forza di parlare di immondizia?

“Be’, abbiamo parecchio seguito. La nostra mail poetideltrullo@gmail.com è sempre piena di suggerimenti e poesie spontanee. Tanto è vero che nei nostri siti ogni tanto mettiamo un componimento attribuito all’Ottavo Poeta, un qualunque anonimo che abbiamo ritenuto interessante e creativo”.

Sì, ma al popolo?

“Il popolo ha avuto modo di apprezzarci in un reading di poesie a Corso Sempione e domenica saremo a Corviale, al serpentone, per un’altra iniziativa”.

Ma chi siete? E cosa volete fare da grandi?

“Siamo tra i 23 e i 30 anni. Chi studia, chi lavora… siamo persone normali che vogliono fare qualcosa per la nostra città. Abbiamo contatti con un editore per la pubblicazione di un libro. E poi abbiamo nel cassetto il sogno di realizzare un film. Il soggetto ce l’abbiamo, il regista anche: è Andrea Rusich. Non è facile trovare un produttore, ma speriamo bene”.

In bocca al lupo. Ci regalate una lirica in esclusiva?

“Mai vergognasse d'esprime un sentimento!

Scritto, sussurrato, un grido, 'na poesia...

Mai fa' lo sbaglio de di' - Nun è er momento!

Er tempo è come vento, ariva poi va via”.