«Giulia era mia di nessun altro». Una frase chiave quella pronunciata da Filippo Turetta al magistrato che l’ha interrogato. Nell’ammettere l’omicidio ha pronunciato queste parole. In particolare quell’aggettivo possessivo “mia” che rivela molto di più di quanto può apparire. Il possesso, il considerare Giulia Cecchettin come sua e, quindi, di nessun altro. Un'ossessione. Cos'è scattato nella sua mente sabato 11 novembre?
Filippo Turetta, nella mente del killer: cos’è scattato veramente, dalla paura dell'abbandono allo scatto d'ira
Domenica 10 Dicembre 2023, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 18:36
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