La Cisgiordania
I maggiori disordini, dopo la rappresaglia di Israele, si sono registrati proprio in quest’area. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen è stato chiaro. «Il nostro popolo ha il diritto di difendersi contro i crimini israeliani e le violazioni commesse nei luoghi sacri», ha detto. Ma la verità è che un’apertura di un fronte militare su quel versante appare molto improbabile: la Cisgiordania non ha armi in gran quantità e uomini addestrati come quelli di Hezbollah, difficile possa pensare di andare allo scontro con Israele. Più facile che vadano avanti le proteste e la manifestazioni di dissenso a Gerusalemme Est ma più che altro sotto forma di scontri di piazza. Un’azione militare organizzata appare altamente improbabile.