Aborto, in Francia diventa un diritto costituzionale: dove è ancora vietato nel mondo? Da Malta all'Iraq

Martedì 5 Marzo 2024, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Le disparità in Europa, legislazione molto restrittiva in Polonia e a Malta

Le stime indicano che quasi la metà (48%) delle gravidanze nel mondo non sono pianificate e quindi i servizi e le cure per l'aborto sono componenti essenziali della sanità pubblica, per garantire un'elevata qualità della salute sessuale e mentale delle donne e delle ragazze. L'aborto può essere considerato sicuro solo quando viene eseguito senza il rischio di sanzioni penali o legali, stigmatizzazione, stress o isolamento. La situazione in Europa è molto frastagliata. Tutti gli Stati membri, tranne uno, consentono l'aborto a determinate condizioni. A Malta, tutti gli aborti sono vietati a meno che non sia a rischio la salute della donna. Situazione analoga anche in Andorra, Liechtenstein e Monaco.

Le mappe del Center for reproductive rights

Undici Stati membri - Belgio, Germania, Irlanda, Spagna, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia - prevedono un periodo di attesa obbligatorio. Belgio, Germania, Italia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi e Slovacchia prevedono l'obbligo di un percorso di consulenza pre-aborto (in Ungheria la donna deve ascoltare il battito cardiaco del feto). C'è poi la questione della mancanza di medici obiettori di coscienza. Gli unici Paesi che non richiedono il consenso di terzi, ad esempio dei genitori, per l'aborto di minori sono Belgio, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Finlandia. L'Irlanda ha aggiornato le sue politiche, mentre la Polonia ha inasprito la sua già restrittiva legislazione sull'aborto nel 2020. Il neopresidente Tusk ha promesso di cambiare queste leggi. Gli Stati membri dell'Europa orientale registrano il maggior numero di gravidanze indesiderate e il 66% delle gravidanze indesiderate si conclude con un aborto.

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