Le nostra ossa riescono a “consumarsi” in modo invisibile e silenzioso. Si assottigliano fino a che, anche una piccola caduta, causa la frattura. Portando a dolore e disabilità.
Si tratta dell’osteoporosi e a causarla, oltre agli anni che passano, è una serie di fattori di rischio trascurati. Fattori che oggi hanno portato il mondo, incluso il nostro Paese, a registrare numeri record di “fratture da fragilità”.
Idrocefalo normoteso, la giusta diagnosi
A puntare i riflettori è Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Firmo, membro del board dell’International Osteoporosis Foundation (IOF) e coordinatrice del progetto mondiale «Capture the Fracture», in vista della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (Wod), che si celebra il prossimo 20 ottobre. L’obiettivo della giornata è quello di sensibilizzare la popolazione mondiale sulla prevenzione, diagnosi e trattamento di questa patologia e delle malattie muscolo-scheletriche correlate. Le zone maggiormente colpite sono la colonna vertebrale, collo del femore e polso.