Aumenta la popolazione dei superanziani, ma i geriatri sono sempre di meno

In un anno oltre duecentomila centenari in più

Aumenta la popolazione dei superanziani, ma i geriatri sono sempre di meno
di Andrea Ungar
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Giovedì 13 Luglio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:54

Sono ventiduemila. Oltre duemila in più dello scorso anno. Cresce la nostra popolazione dei centenari come si legge nel Rapporto Istat.

Un numero triplicato dal 2000 a oggi che autorizza ormai a sdoganare il termine Quinta Età. Sono nella stragrande maggioranza donne, hanno buone relazioni sociali e un’alimentazione sana. L’aumento degli ultracentenari dimostra che, non solo la popolazione italiana invecchia, ma soprattutto che invecchia bene perché chi supera i cento di solito, fino ad almeno 85 anni, è stato pienamente in salute. Avere così tanti super longevi può essere un grande modello di studio per l’invecchiamento. È quello che si sta facendo a Perdasdefogu (Nuoro), paese entrato nel Guinness dei primati grazie ai suoi 8 over 100 su 1.740 abitanti, uno ogni 250. Qui i centenari hanno aperto le loro case ai ricercatori per un progetto scientifico che esplora le ragioni profonde, anche psicologiche, del vivere a lungo. Proliferano studi sui geni che mettono al riparo dalle malattie tipiche dell’invecchiamento. I centenari in Italia sono stati anche meno colpiti dalla mortalità per il Covid-19 rispetto ad altre fasce della popolazione e vivono soprattutto nel Nord Italia, anche se si trova in Sardegna una delle 5 Blue Zones identificate come le aree del mondo con la popolazione più longeva. Quindi, sebbene l’allungamento della vita media ponga il problema della fragilità e della cronicità, è altrettanto vero che in Italia la stragrande maggioranza degli anziani invecchia bene. Solo il 10% sta molto male e quasi unicamente nelle ultime fasi della vita. Si tratta di un fenomeno di grande rilevanza che richiede un cambio di paradigma della longevità. Spostando l’attenzione dalla sola malattia anche alla funzione e alla socialità, argomenti a noi ben noti ma non così familiari alle nostre istituzioni. Il progressivo invecchiamento della popolazione, acuito dalla crisi delle nascite, è in Italia problematica assai nota: ciò nonostante, nel nostro Paese, con circa 13 milioni di over 65 e appena 400mila neonati all’anno, sono presenti più medici dottori specializzati nell’assistenza dei più piccoli (7.500 pediatri) che geriatri, appena 4.300. Ne servirebbero il doppio. Nel prossimo triennio, inoltre, il numero di specialisti in Geriatria in arrivo sul mercato del lavoro sarà in calo a causa del numero di borse di specializzazione previste: da 347 per il 2020 a 319 nel 2023. Si pensi che nei prossimi tre anni, alla specializzazione di Geriatria verranno ammessi 1.008 medici mentre i nuovi pediatri saranno 2.287. Sappiamo bene che la pandemia ha rivelato il ruolo chiave del geriatra, che ora deve essere portato all’attenzione della politica e delle istituzioni, per affidare agli specialisti in Geriatria la “cabina di regia” nella valutazione dei bisogni clinico-assistenziali degli anziani, e in particolare di quelli più fragili e complessi. Gli ospedali ammettono un numero molto elevato di anziani fragili ed è quindi necessaria la presenza costante e omogenea del geriatra in tutti i reparti: dai pronto soccorso ai reparti internistici fino a quelli chirurgici. La riorganizzazione di un efficiente sistema di cure domiciliari, inoltre, è una strada obbligata e non più rinviabile per avvicinare l’Italia alle migliori prassi europee e garantire una migliore qualità della vita dei più fragili, allontanandoli il più possibile dall’ospedale.

Quello che proponiamo è la formula dell’ospedale senza muri, un nuovo modello di continuità assistenziale che prevede vere e proprie squadre mobili di pronto intervento che portano, nei limiti del possibile, diagnosi e cura dall’ospedale a casa del paziente. Molto c’è da fare proprio sul fronte dell’assistenza domiciliare, nervo scoperto del Servizio sanitario nazionale, che vede l’Italia agli ultimi posti in Europa con appena 3 over 65 su 100 che beneficiano delle cure a casa. Ricordiamo che sono oltre 2,7 milioni gli over 75 che vivono in difficoltà per problemi motori, patologie, mancanza di autonomia. Più di 1 milione, inoltre, non ha un aiuto adeguato. Per queste persone, poter contare su uno specialista di fiducia è fondamentale. Il geriatra è il medico della complessità per l’anziano.

*Presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria

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