Glaucoma, la visita specialistica è l'unico rimedio: «Basta con falsi miti che potrebbero ritardare la diagnosi»

Prevenire la malattia è possibile, ecco come

Glaucoma, la visita specialistica è l'unico rimedio: «Basta con falsi miti che potrebbero ritardare la diagnosi»
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Martedì 12 Dicembre 2023, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:28

Prevenire il glaucoma è possibile, ma lo si può fare in solo modo: «Chi ha più di 40 anni - spiega il professor Stefano Miglior, ordinario di Malattie dell'apparato visivo presso la Bicocca di Milano e presidente dell'Associazione italiana per lo studio del glaucoma - dovrebbe sottoporsi a una visita oculistica. Solo così si può accertare la presenza di questa patologia che purtroppo non dà sintomi e quando li dà è spesso troppo tardi. La visita presso uno specialista permette dunque di verificare se vi sono segni della malattia e procedere dunque a ulteriori accertamenti. Altre soluzioni sono del tutto inefficaci. Si dice che un'elevata pressione oculare possa dare un'indicazione abbastanza veritiera ma non è così. E anzi affidarsi a questo parametro potrebbe essere persino fuorviante».

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La patologia

Il parametro di cui si parla spesso dunque è che chi ha una pressione oculare superiore a 21 possa essere soggetto a rischio glaucoma: «Ma non è così - ricorda Miglior.

Ci sono persone colpite da questa patologia che hanno una pressione normale. Se ci si lascia condizionare da questo falso mito, si rischia che il soggetto, con una pressione normale, possa sentirsi fuori pericolo e magari decida di non farsi mai controllare da un'oculista. Senza sapere che invece potrebbe già essere affetto dalla malattia o potrebbe svilupparla nel tempo. Si stima che il 20/25% dei pazienti con glaucoma hanno una pressione oculare del tutto normale. Test diagnostici adatti ad operare un adeguato screening della popolazione non esistono, e farsi esaminare, da una certa età in poi, è l'unico modo per stare tranquilli».

Una patologia, il glaucoma, che ha un impatto importante sulla popolazione italiana. Colpisce il 2% e quindi ne sono affetti, nel nostro Paese, almeno un milione e duecentomila persone: «La pressione oculare elevata, la miopia, la bassa pressione arteriosa e la familiarità - ricorda il professor Michele Iester, Ordinario di Malattie dell'apparato visivo presso l'Università di Genova -, sono i più importanti fattori di rischio di questa patologia. Ma chi è miope o chi ha casi di glaucoma in famiglia è portato a farsi visitare da uno specialista perché sa di essere a rischio. Il problema riguarda il resto della popolazione che invece sottovaluta il pericolo e non si sottopone ai dovuti controlli. Spesso, ci si reca dall'oculista quando si sbatte contro le porte o si cade a terra per effetto di un campo visivo che va riducendosi. Ma, in questi casi, si arriva in ritardo e difficilmente si riesce a rallentare l’ulteriore evoluzione della malattia».

Il 4% della popolazione oltre i 40 anni ha una pressione oculare elevata senza avere alcun segno clinico della malattia (ipertensione oculare), ricorda il professor Luca Rossetti, Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo all’Università Statale di Milano. Tale gruppo di soggetti (ancora sani) ha indubbiamente un rischio maggiore di contrarre il glaucoma nel tempo. Grossi studi clinici sia in USA che in Europa hanno però evidenziato che solo il 10-15% di tali individui svilupperà un iniziale segno di glaucoma nell’arco di 5 anni dalla prima osservazione, e che pertanto solo una fetta di tali soggetti si avvantaggerà da una terapia ipotonizzante per prevenire lo sviluppo della malattia. È il gruppo caratterizzato dai fattori predittivi più rilevanti, quali i livelli pressori oculari particolarmente elevati, e lo spessore corneale più sottile della norma, un parametro che non ha nulla a che vedere col glaucoma, ma che contribuisce in modo significativo a sottostimare il valore della pressione oculare che viene rilevata con la tonometria.

La realtà è che la visita oculistica resta l'unico metodo efficace per rilevare in tempo il glaucoma e per poter mettere in atto tutte le possibili strategie terapeutiche atte a conservare un residuo funzionale adeguato a poter condurre una vita senza eccessivi problemi. L'Italia a marzo, nell'ambito della Settimana mondiale del glaucoma, ospiterà un importante convegno internazionale, organizzato dall'Aisg e dalla segreteria di Isabella Palombo, per affrontare le problematiche relative a questa patologia e per confrontarsi sulle novità scientifiche con esperti provenienti da tutto il mondo.

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