Erano conoscenti da tempo e residenti nella stessa zona a Porta Metronia. Ecco perché quando la vittima ha ricevuto una visita a casa di quello che riteneva un amico, Igor C. uno straniero di origini russe di 53anni, non si è insospettito. Anzi una volta accomodato in casa, gli ha offerto il caffè. All'improvviso però la visita di cortesia si è trasformata in una rapina e poi in un ricatto. Gli ha rubato il cellulare e poi lo ha ricattato: «Se lo rivuoi, mi devi 300 euro». Fissando un appuntamento per lo scambio quella stessa mattina in via Alberto Giussano. Sono stati i passanti a notare quanto stava avvenendo: una lite accesa tra i due uomini. A quel punto sono intervenuti gli agenti del reparto Volanti. Alla vista delle divise la vittima ha chiesto subito aiuto mentre il suo aggressore, ha avuto una reazione tanto violenta che i poliziotti sono stati costretti a chiedere un'altra pattuglia in supporto. Solo dopo diversi tentativi sono riusciti a fermare e ad arrestare lo straniero russo ora accusato di tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Una volta arrestato, i poliziotti del distretto Porta Maggiore ora incaricati delle indagini hanno accertato che l'uomo, irregolare in Italia con decreto di espulsione, ha una lunga lista di precedenti per aggressione e rapina.
L'APPUNTAMENTO
«All'inizio, quando mi ha preso il cellulare, ho pensato a uno scherzo» ha raccontato la vittima, A.
Il bandito si è subito alterato: «Ha continuato a minacciarmi, pretendeva i soldi. I toni si sono subito accesi e lui è diventato sempre più aggressivo tanto da attirare l'attenzione dei passanti» ha proseguito la vittima. Così è scattato l'allarme in via Giussano intorno alle 13. Ma all'arrivo dei poliziotti, la rabbia dello straniero russo è diventata incontenibile. Costretto a consegnare il cellulare, ha inveito contro il conoscente: «Ti vengo a cercare a casa, ti ammazzo, te la faccio pagare» gli ha gridato. Per poi rivolgere la sua ira anche contro i poliziotti. Calci, pugni e spinte. Tanto che i due agenti hanno chiesto i rinforzi per fermare, e ammanettare, il bandito poi trasferito negli uffici del distretto di Porta Maggiore.
Gli agenti hanno quindi proceduto con la denuncia, l'arresto e infine è stato condotto in carcere in attesa di giudizio. Con le accuse di tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale.