Roma, Palmiro Togliatti e il maxi rogo degli sfasciacarrozze. I proprietari: «Ci hanno abbandonato»

A settembre l’amministrazione capitolina aveva comunicato di spostarli nell’area dove sorgeva il campo rom di La Barbuta sull’Appia.

gli autodemolitori andati distrutti nel rogo
di Raffaele Marra
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 10:00

Dopo il maxi incendio che ha devastato tutta la zona degli autodemolitori sulla Palmiro Togliatti lo scorso 9 luglio dopo quasi un anno restano solo rottami bruciati, il forte odore e il bruttissimo ricordo dei residenti dell’incubo di quel giorno e della diossina dei giorni seguenti e nulla più. «La maggior parte di noi ha fatto la bonifica ma ad oggi né il comune né altri si sono mossi per fare qualcosa, le cose sono rimaste così da allora - dice Antonio uno dei proprietari degli autodemolitori sulla Palmiro Togliatti - pensavamo in una soluzione immediata invece passano i mesi e non succede nulla, da luglio a settembre ci hanno ricevuto tre volte in Campidoglio e l’amministrazione capitolina è venuta a trovarci altre tre, hanno pubblicamente detto il 12 settembre ai comitati di quartiere e a tutti i media che c’era già un’area assegnata a La Barbuta sull’Appia e che ci avrebbero delocalizzato da lì a breve, ci avevano anche chiesto con una determina di fare una bonifica superficiale dei materiali bruciati, abbaimo fatto quello che ci chiedevano bonifica del terreno, analisi dell’aria, molti hanno ripristinato anche la recinzione, avremmo bisogno di lavorare. Ci aveva contattato anche la segreteria di Sabrina Alfonsi l’assessora all'agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti che ci avrebbero convocato, abbiamo mandato email, PEC, abbiamo anche chiamato ma non ci risponde nessuno, tutto tace».

 

Gli autodemolitori sulla Palmiro Togliatti erano 20 (si sono salvati solo i primi tre e gli ultimi tre) di cui 14 sono stati bruciati totalmente dal rogo, molti sono pronti a riaprire per lavorare: «Gli unici che abbiamo visto sono stati i vigili della Polizia locale di Roma Capitale, per comunicarci che non possiamo aprire - conclude Antonio - ma noi dobbiamo lavorare ci sono centinaia di famiglie che riuscivano a vivere con questo lavoro e che sono da quasi un anno  in ginocchio, eravamo un pubblico servizio autorizzato, su Roma adesso non è rimasto nessuno per demolire le auto i romani dove vanno? Fino a due anni si demolivano 400 macchine al giorno, adesso è l’unica città del mondo che non ha demolitori, i cittadini devono andare fuori e non sappiamo neanche che fine fanno le auto rottamate».

La Protezione Civile a suo tempo non escluse un possibile ruolo di alcuni gruppi nomadi nello scoppio del rogo. Le fiamme infatti partirono dal “Pratone” del parco di Centocelle che fino a qualche anno fa ospitava un campo rom, l’ex Casilino 900. Per il momento i magistrati della Procura di Roma non escludono alcuna pista, nemmeno quella dolosa anche per alcuni inneschi che parrebbe siano stati trovati tra la ferraglia bruciata.

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