Vacanze, quando partire è un po’ fuggire

di Marco Pasqua
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Lunedì 24 Luglio 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:05
Progetto più fughe 
che vacanze

@carlottup

Luglio, tempo di partenze che sono, soprattutto, fughe. Si parte per dimenticarsi di Roma e dei suoi lati che la rendono così poco Capitale: il caos che assedia il centro, i bus introvabili, l’afa che riesce a rendere opaca persino la Grande bellezza dei monumenti, il traffico e i parcheggi che sono un miraggio anche quando la città dovrebbe essere già vuota. È una fuga con le valigie cariche di sogni da esaudire, lontano da casa, con gli affetti più o meno vicini, a seconda di quello che è il fine di decolli verso mete che avranno il compito di rigenerarci. Ognuno parte per tornare indietro con nuove consapevolezze. C’è chi parte da solo per rompere anche con la routine sentimentale, chi con il proprio compagno (o compagna) e non desidera altro, chi non rinuncia neanche ad avere accanto a sé l’amico a quattro zampe, chi stacca cellulare ed email e vuole avere l’illusione di aver iniziato una nuova vita.

Vacanze che sono parentesi irripetibili cariche di iniezioni di benessere che difficilmente sappiamo trovare nel nostro mondo quotidiano: le porteremo dentro di noi, masticando quelle emozioni per l’anno che verrà, fino al prossimo stop. Si parte per quelle istantanee di sorrisi e leggerezza catturate sui nostri profili Instagram, perché la felicità è più bella quando è social, e i like sono come gli applausi di un pubblico teatrale che chiede il bis. Roma non si offende per quegli arrivederci, alla fine tutti tornano, e troveranno la città come l’hanno lasciata prima, ma con uno zaino carico che leggerezza che useranno per soprav(vivere) meglio.

marco.pasqua@ilmessaggero.it

 
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