L'Opera va a scuola e a maggio è Carnevale

di Raffaella Troili
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Maggio 2016, 00:05
" ma sto principe ndo sta??"
Vittoria Fausta Marino

Daje con le maschere, damine e principi, eppure siamo a maggio. Rigoletto, Barbiere di Siviglia, Traviata l’anno scorso, quest’anno Cenerentola (in occasione dei 200 anni della composizione dell’opera). La lirica è entrata a scuola, si studia e canta tutto l’anno, con saggio finale una bella mattina di primavera: a Roma (ma anche nelle altre città d’Italia) è un viavai di studenti intabarrati, insonnoliti e imbarazzati dalle mise, diretti nei teatri del centro. 
Un carnevale, uno spettacolo nello spettacolo, con i bambini coinvolti in platea e sul palco dai veri tenori, tra sbadigli e saltelli, opere a tratti incomprensibili imparate a memoria, c’è chi si entusiasma e chi canticchia timido, chi non apre bocca, chi scopre l’accenno di una passione. All’Argentina con l’associazione EuropaIncanto anche quest’anno migliaia di studenti hanno calcato la scena, laddove Rossini debuttò con il suo Barbiere. 

Paggi, damigelle, cavalieri e dame, stavolta. Con la corsa al vestito che ogni anno si affina: chi l’affitta, chi lo compra, chi lo fa tutto da sè, chi aggiusta le maschere che ha già. I negozi sotto casa sono pronti, come sempre: et voilà ecco i vestiti sullo stand, proprio come indica il testo comprato dalle famiglie, un business non di poco conto, una boccata d’ossigeno insperata. Migliaia di Cenerentole e cavalieri prendono forma, poi ognuno ci mette del suo. Chi il guanto bianco dei cinesi, chi il cerchietto dell’amica, chi porta per tutti il fazzoletto rosso. Ops, il tovagliolo di Natale...
[RIPRODUZ-RIS]© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA