Marx e quel film di grandi personaggi

di Mario Ajello
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Domenica 6 Maggio 2018, 00:05
“Io lo sapevo che non dovevo vedere Il giovane Karl Marx”.
@Stefania_Giusti

Invece Stefania ha fatto benissimo a vedere questo film storico ma molto attuale. Le litigate continue tra compagni di partito e d’avventura. Le risse. Le diffidenze. Le reciproche insopportabilità. I tradimenti. Marx arrogante, e però se lo poteva permettere, ma simpatico. Engels comunista signorile, che conviveva con una operaia e per solidarietà, amicizia e affetto attribuiva a se stesso le gravidanze provocate nelle donne da quell’inguaribile e un po’ pulcioso dongiovanni che era Marx. Il quale aveva una bella moglie. La famosa Jenny Westphalen, che adorava il filosofo di Treviri, ed era “nata baronessa”, come precisava il biglietto da visita in caratteri dorati che lei e Marx avrebbero fatto stampare a Londra. E Blanqui, Proudhon, Bakunin: chi erano costoro? Grandi personaggi, uniti e divisi da un perenne gusto di scannarsi dialetticamente su tutto, di separarsi, di riprendersi, di intendere e praticare la politica come lotta fratricida e competizione anche narcisistica, e io sono più bravo di te, se mi lasci non vale ma se non mi lasci tu ti lascio io, e tra le continue ripicche e scissioni rivoluzionarie o pseudo-rivoluzionarie spicca il giovanissimo Karl - ah, riavercelo..., al netto dei futuri disastri prodotti dalle sue teorie - il quale è sicuro di essere nel giusto e non accetta le posizioni degli altri. Uscendo da un cinema al centro di Roma, dopo aver visto il film, l’altra sera una ragazza chiedeva ai presenti: «Ma a quei tempi già esisteva il Pd?». No, ma il vero problema è che nel Pd non c’è uno come Marx. 
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