Vai con il toto-voragine: dove sarà la prossima?

di Raffaella Troili
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Mercoledì 28 Marzo 2018, 00:05
La cospirazione delle voragini continuaù
Valentina Sblaus


Il toto-voragine è un modo scaramantico per abituarsi al fatto che oggi c’è una strada e domani chissà. Forse è chiusa, forse c’è una crepa grande così. Perché un conto è lanciarsi col parapendio e magari rischiare che qualcuno pensi «beh, se la va a cercare» un altro è girare per le vie del quartiere, della città e non sentirsi al sicuro. C’erano gli alberi romani una volta, ci seppelliranno, rifletteva qualcuno sentendosi piccolo piccolo sotto quelle belle chiome, guardando il pino dal basso verso l’altro. Ora i tronchi mozzi si contano lungo marciapiedi e spartitraffico, qualcuno dice nemmeno saranno ripiantati, per far spazio a piste ciclabili immerse nello smog. Qualcun altro sospira: «Almeno non ci cadranno addosso». E poi c’erano le strade, si contavano buche e incidenti, il bollettino non era poi così tragico. Ma qualcosa è cambiato. La terra pure si sta rivoltando, crateri impressionanti compaiono ogni giorno, alcuni recintati in silenzio, altri seguiti sui social in “quartiere-visione”. Dopo la voragine vista da tutti in tempo reale, l’ulteriore passaggio è prevedere la prossima. L’attenzione è massima, a nessuno piace l’idea d’esser risucchiati dall’asfalto di cartone. Attento a non appoggiarti al palo, ne è crollato un altro a Botteghe oscure; e tu bimbo lascia stare la giravolta, non ti appendere alle recinzioni nei parchi, che cade tutto ormai a Roma. Com’è la frase che gira in rete: Senza le basi scordatevi le altezze? Già. Al massimo dal cielo può piovere un meteorite. Se non peggio.
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