Che bella la Roma d’agosto di certi film

di Mario Ajello
2 Minuti di Lettura
Domenica 6 Agosto 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 00:48
“Io che aspetto la metro A  ed è subito Marisol e Verdone ad agosto allo zoo”. 
@Vattelappesca

Quell’episodio di “Un sacco bello” è troppo bello. C’è il goffo Leo che, rivolto alla ragazza spagnola appena conosciuta, grida nel deserto incandescente del bioparco: “Marisoool”. L’aspetto triste – se davvero come dicono Verdone e altri registi è sempre più burocraticamente complicato difficile girare film a Roma – è che non potranno essere più ambientate scene strepitose sulla città abbandonata in agosto come questa di “Un sacco bello”. O come altre. Quelle di “Pranzo di ferragosto”, la deliziosa pellicola trasteverina - di Gianni Di Gregorio - sulla bellezza della vecchiaia, se si è capaci di farsela piacere innaffiandola sotto la canicola con uno Chablis ghiacciato. E il Nanni di “Caro diario” che si gode la città deserta a cavallo della sua Vespa? “Vado alla Garbatella, vado a Casalpalocco, vado a Spinaceto. Guardo gli attici. Poi ascolto un gruppo che suona il merengue”. La Roma deserta del ‘62 è quella dell’aitante cialtrone (Vittorio Gassman) del “Sorpasso”, tra Balduina e tutto il resto fino alla destinazione Castiglioncello. Altra domenica rovente si svolge invece a Ostia, nel “Casotto”, la cabina collettiva in cui Sergio Citti fece recitare, nel ‘77, Ugo Tognazzi e Gigi Proietti più la giovanissima Jodie Foster. E chi si ricorda dell”Ascensore”? 14 agosto 1976, un monsignore (Alberto Sordi) e una bella studentessa (Stefania Sandrelli) restano bloccati in ascensore per 24 ore, in un palazzo di via Anselmo Ciampi, al Portuense. Si potrebbe continuare a lungo in questo gioco cinematografico su Roma durante le vacanze. Nella speranza, però, che non resti soltanto un gioco archeologico. 

mario.ajello@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA