Se i prepotenti assediano le biglietterie

di Maria Lombardi
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Giovedì 10 Settembre 2015, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 00:01
Termini: ecco i cartelli contro il pericolo borseggi

@magomerlin





Fai attenzione ai borseggiatori». Una parola, sono ovunque. «Un viaggio sicuro parte anche da te». D'accordo, ma come si fa se quelli che vogliono fregarti partono sempre prima di qualunque viaggio. Stazione Termini, mezzogiorno. Le biglietterie automatiche parlano e mettono ansia. La voce femminile registrata avvisa che bisogna guardarsi alle spalle e non distrarsi nemmeno un secondo. Difficile fissare lo schermo della macchinetta per digitate il percorso e al tempo stesso girare lo sguardo dietro, a destra e sinistra . «Per qualsiasi informazione rivolgersi al personale in divisa Trenitalia». Ci fosse qualcuno, magari ci si sentirebbe più sicuri. «Acquista il biglietto», forse ci siamo. Ma non si fa in tempo a sfiorare il touch screen che ecco altre mani più veloci e decise correre nella stessa direzione. «Faccio io». Un ragazzetto di colore con il cappellino in testa non offre aiuto, lo impone, alzando un po' la voce, la borsa stretta al petto e il trolley sui piedi, l'aveva detto la signorina di fare attenzione. «Faccio io», e l'ha già fatto. Con uno scatto prepotente afferra il tagliando dalla fessura, questione di allenamento. Adesso ha il biglietto in mano, bisogna solo essere più veloci di lui a prendere il resto. Si apre una trattativa silenziosa. Quanto vuoi per consegnare il biglietto appena comprato? Facciamo due euro. Una tassa che ogni giorno romani e turisti pagano a tutti quelli che assediano le biglietterie automatiche di treni e metro. Quando va bene e non sparisce anche il portafoglio. Il Giubileo sta per arrivare, sarebbe meglio non accoglierlo così.



maria.lombardi@ilmessaggero.it