Quell’omertà che rende forti i criminali

di Marco Pasqua
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Lunedì 4 Maggio 2015, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 00:42
@GayCenterItalia ha chiesto al sindaco @ignaziomarino di intitolare il parco del Pineto a #MarioPegoretti

@corrytri




C'erano gli amici e i colleghi del cinema, ma anche semplici conoscenti che hanno appreso, tramite i giornali, la notizia dell'orrenda fine di Mario Pegoretti, ucciso a sassate in un angolo buio e dimenticato del parco della Pineta Sacchetti. In tanti, sabato, ai funerali del parrucchiere, nella chiesa degli artisti di piazza del Popolo, si sono interrogati sulla solitudine di quell'omone mite e buono, così «pieno di vita», come ricordava Monica Guerritore. Una morte dietro alla quale si cela un'escalation di casi di violenza ai danni della comunità omosessuale, nei luoghi della prostituzione maschile. Popolati spesso da personaggi (s)pregiudicati, in cerca di facili guadagni, anche tramite le rapine. E la forza di questi criminali è nell'omertà di chi si vergogna di denunciare un'aggressione alle forze dell'ordine. Perché per denunciare bisogna avere coraggio e vivere il proprio orientamento alla luce del sole. E chi si nasconde tra i cespugli, spesso non è in grado di affrontare le luci e le domande di un commissariato . «I casi di violenza aumentano – racconta Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center – e, purtroppo, questo è possibile anche perché in molti non si rivolgono alle forze dell'ordine». E i carnefici, spesso stranieri, guidati solo dalla disperazione, si sentono forti, protetti da un'impunità che deriva dalla vergogna provata dalle loro vittime. Che, piuttosto che chiamare il 113 o il 112, preferiscono rimanere in silenzio, subendo e portando dentro di loro, a vita, le ferite indelebili di aggressioni per loro inconfessabili.



marco.pasqua@ilmessaggero.it