Il Giubileo di Pio VI e il vino dalle fontane

di Raffaella Troili
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 00:19
Guardo la metro stracolma

in un martedì privo di turisti,

e penso che sono in tempo per trasferirmi

in Antartide prima del Giubileo.




@cranfan84



Nemmeno il tempo di annunciarlo e non si parla d'altro che di Giubileo straordinario. Più i politici che i religiosi, veramente. Per non dire dei commercianti, che mettono tutti in guardia: «c'è il rischio di un boom degli ambulanti». E dei residenti: l'evento fa paura ai vicini di casa di Bergoglio anche in termini di sicurezza.



Nelle conversazioni nei bar si "mastica" già di Giubileo. Dietro il bancone, Ettore, 70 anni, a tempo perso campione di briscola, ma anche appassionato della storia di Roma, non ha dubbi: «Dobbiamo sperare che sia un anno santo come quello del 1775, quando c'era Pio VI». Già, perché le cronache del tempo raccontano di fontane di vino frizzante offerte dalla Chiesa al "popolino". «Fu una grande novità, che non si è più ripetuta - spiega Ettore - Prima di allora, al popolo arrivavano solo gli avanzi delle grandi feste che, durante il Giubileo, si svolgevano nei Palazzi. Con Pio VI, invece, vino e musica per tutti». Una carnevalata, uno sfarzo che poco si prestano con la Misericordia, a cui è dedicato l'Anno Santo che verrà. C'è da aspettarsi dunque che le speranze di Ettore vadano deluse.



«Vabbe' - dice semiserio - c'è la crisi, non pretendiamo tanto: invece delle fontane, basta pure un bicchiere di vino. Eppoi chi glielo dice a Papa Francesco di fare come Pio VI?». Si, perché il paragone non è proprio beneaugurante: Giannangelo Braschi (Papa Pio VI), fu deposto nel 1798 dai francesi, che lo imprigionarono e lo deportarono a Valence, dove morì nel 1799. Tanto basta per una facile previsione: la bevanda del Giubileo 2015, sarà al massimo, il vino consacrato.