Un vecchio violino e una chitarra classica. Un orsetto di peluche e una dentiera. Ma anche una stampante a colori, un paio di stampelle, un fumetto in lingua francese e medicine acquistate in Grecia. Quello che un tempo era l'edificio in cui dormivano i camionisti che distribuivano le sigarette in Italia, oggi ospita il Reparto Oggetti Rinvenuti della polizia locale. Un edificio, in Circonvallazione Ostiense, con numerose stanze stracolme di cose minuziosamente catalogate in attesa che il proprietario venga a reclamarle. Spesso non succede e così restano lì per anni. Anche quelle più preziose, come i gioielli. Luoghi nei quali si accumulano storie e ricordi che ricostruiscono la vita di intere generazioni. Romani e turisti. Italiani e stranieri, come la ragazza francese in vacanza a Roma. «Giorno uno, sono arrivata in città» si legge sul diario. Ma come sia andata la vacanza non si sa. Forse non bene dato che proprio il primo giorno ha perso la borsa con dentro il diario. Pagine che raccontano la vita quotidiana, come l'agendina che una 59enne usava per annotare le spese: «podologo, badante, bollette». Agende e diari di studenti innamorati che, tra una pagina con i compiti e una con la giustificazione del papà, scrivono poesie e trascrivono canzoni.
Presa la gang della metro di Roma, picchiavano e derubavano minorenni nelle stazioni
I PIÙ SMARRITI
«Borse, zaini e valigie sono gli oggetti che vengono smarriti con più frequenza insieme a cellulari, portafogli e chiavi» racconta il responsabile del reparto.
LIETO FINE
Altre volte però vengono riconsegnate, tra incredulità e allegria dei proprietari. È successo all'indiana che nel portafoglio custodiva l'anello di fidanzamento e al lavapiatti che aveva smarrito lo stipendio. «Impossibile dimenticare i loro volti felici» racconta una dipendente del deposito.
«Scendo dal bus dimenticando lo zaino. Lì dentro avevo tutto: portafoglio, chiavi e libri. Ero disperata perché c'era anche un regalo della mia migliore amica» ricorda ancora stupita Beatrice.
Meravigliate e commosse anche la studentessa che questa estate aveva perso sulla metro il diploma, la prof alla quale è stata riconsegnata la valigetta con «tutta la sua vita lavorativa» e Giulia, che nel portafoglio aveva la foto del papà da ragazzo. Quelle che prima sono lacrime di disperazione, poi diventano di gioia. Per l'inatteso ritrovamento.