Viaggio al Quartaccio, la sera in giro con la torcia, qui si spengono pure i lampioni

I lampioni di via Fratelli Grimm (Foto Vincenzo Livieri - Toiati)
di Maria Lombardi
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Domenica 3 Novembre 2013, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 15:15

La vita non ha pareti tra i cortili gialli del Quartaccio, le case sono spazi indefiniti, non c’� un dentro e non c’� un fuori. I panni appesi ai fili stanno fuori, sotto il porticato del condominio ripostiglio, e così pure l’armadietto, i secchi e le scope, le bici. Si dorme ovunque, tutto è casa, anche i locali destinati ai negozi. Si gioca a carte e si chiacchiera lungo il vialone che corre tra i palazzi, è questa la piazza che non c’è. Qui, nel quartiere «contro» sulla collinetta alle porte di Primavalle venuto su nel caos delle occupazioni, nella confusione della lotta, con le mamme che denunciavano i pusher per salvare i figli. Ed è cresciuto sempre così, nella precarietà delle regole e nel buio della campagna. La nuova frontiera dell’edilizia popolare, la immaginarono così agli inizi degli anni Ottanta. Le strade degli scrittori - Andersen, Flaubert, Mann - segnarono in fretta il perimetro dell’abbandono. C’è voluta l’orgogliosa ostinazione di chi ci vive, la pazienza delle associazioni e degli insegnanti, il sudore delle ginnaste per liberarsi dal marchio di «quartieraccio». Adesso via Andersen attraversa case che si sfiorano e sono lontanissime: quelle gialle in basso, nel deserto e nell’oscurità – solo un paio di negozi, le serrande chiuse esibiscono rabbia, «romeno brucia» - e quelle ben rifinite del Nuovo Quartaccio.



LA MANUTENZIONE

Le erbacce più veloci di tutto. «Delle 640 case popolari del vecchio Quartaccio il 70 per cento è oggi regolarmente assegnato dopo varie sanatorie», spiega Mauro Ravioli, presidente dell’associazione Vivere Quartaccio. «Ma non c’è manutenzione e i palazzi vanno in rovina. I negozi non hanno mai aperto, sono stati occupati i locali. Hanno sostituito gli ascensori rotti, ma non quello del palazzo dove abitano i disabili». L’Archeoparco, nella zona nuova tra via del Podere Fiume e via Fratelli Grimm, non è di nessuno e sta morendo prima ancora d’essere nato. L’hanno realizzato i costruttori delle palazzine come prevedeva la convenzione con il Comune. Ma il Comune non l'ha mai preso in carico, al momento non é nè pubblico né privato, come se non esistesse. «Nessuno se ne cura, ci sono le canne alte due metri - si lamenta Maria Claudia Dongu, del comitato Torresina - è sporco e completamente abbandonato. Quell'area ospitava una fabbrica romana di vasellame, oltre due vasche e un pozzo trovarono una statuina rinominata l'Artemide del Quartaccio. Poteva essere un parco bellissimo, è una vergogna» Lì intorno c'è il buio. Su via Fratelli Grimm manca la luce da tre mesi, hanno rubato i cavi di rame della centralina. Sempre notte anche in via Andersen, all'altezza delle case gialle.



STRADE AL BUIO

«I rami degli alberi non tagliati coprono i lampioni. Esco la mattina prestissimo per prendere l'autobus e cammino con la torcia», Giuliana Proietti quell'unico bus - il 916 - che collega Quartaccio con il centro a volte l'aspetta un'ora e mezza. Nessuna insegna a illuminare la strada. «Ci sono solo io», Aldo Maurizio, il tabaccaio. «È un deserto commerciale. I marciapiedi deformati dalle radici li hanno transennati, una signora è caduta e si è rotta la gamba. E adesso dove passiamo?».

Maltrattata e incompiuta, eppure è «una delle periferie più tranquille - assicura Ravioli - c'è lo spaccio di droga ma in 20 anni che sono qui mai uno scippo e pochissimi furti in casa».

Prima le aule dell'elementare e materna alcune mamme nemmeno le consideravano «era per tutti la scuola ghetto - racconta Caterina Patti maestra e referente del plesso Andersen - ora con fatica siamo riusciti a liberarsi dall'etichetta e tutti vogliono iscrivere i figli qui. È cambiato tutto». Anche grazie alla ginnastica ritmica, nella bella palestra all’interno della parrocchia Santa Maria della Presentazione, fino all'anno insegnava la campionessa Elisa Santoni. Le allieve arrivavano da altri quartieri. Dal Quartaccio prima si fuggiva e basta.

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