Non è scomparsa e non passa in secondo piano: anche quest’anno bisognerà fare i conti con un altro virus oltre al Sars-Cov-2 ed è quello dell’influenza stagionale. Motivo per cui la Regione è pronta a dar seguito alla campagna vaccinale a partire dal prossimo primo ottobre. I medici di famiglia e i pediatri di libera scelta hanno già ricevuto la bozza del protocollo operativo per mettere in atto la profilassi che, come tutti gli anni, viene portata avanti e garantita principalmente negli ambulatori dei camici bianchi. Negli ultimi mesi la priorità ha riguardato la lotta al Sars-Cov-2 con la campagna di vaccinazione che per settembre punta a coprire in doppia dose l’80% dei residenti nel Lazio. Ma non è questo l’unico virus da cui bisogna proteggere soprattutto le persone anziane e i più fragili. C’è anche l’influenza stagionale e alcune sue forme temutissime come le polmoniti. Ancora c’è da capire se ad ottobre le persone - in primis gli operatori sanitari e gli over 80 - dovranno ricevere la terza dose di richiamo del vaccino contro il Covid ma di certo quest’anno non sarà accantonata la campagna contro l’influenza. Lo scorso inverno i casi crollarono vertiginosamente anche a fronte della massiccia copertura vaccinale garantita nel Lazio.
Vaccini contro l'influenza, i numeri
Pur con qualche settimana di ritardo - la campagna nel 2020 partì di fatto a novembre rispetto al crono-programma di ottobre - più del 75% dei residenti anziani e fragili fu vaccinato.
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Co-esistenza di malattie
Nel dettaglio il Lazio ha acquistato 1.750.000 dosi di vaccino contro il virus influenzale. Nella bozza del protocollo si legge: «Nella stagione influenzale 2021-22 è da ritenersi probabile una co-circolazione di virus influenzali e Sars-Cov-2 pertanto si rende necessario ribadire l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Sars-Cov-2 e influenza». Nelle categorie per le quali la vaccinazione è raccomandata con livelli di priorità rientrano gli operatori sanitari - compresi gli ospedalieri e quelli delle strutture di assistenza a lungo termine - gli adulti con un’età uguale o superiore ai 60 anni, con precedenza alle persone ricoverate nelle Rsa. Seguono poi «le donne che all’inizio della stagione influenzale si trovino in gravidanza - si legge nel protocollo - o nel periodo “post-partum”», i bambini con età superiore ai 6 mesi e fino a 6 anni e le persone dai 6 ai 60 anni affette da malattie croniche dell’apparato respiratorio, cardiopatici, diabetici, persone affette da epatopatie croniche, insufficienza renale, tumori, malattie congenite o acquisite (come l’Hiv) che comportano una carente produzione di anticorpi. Tra le altre categorie “target” infine i donatori di sangue, il personale delle forze dell’ordine nonché coloro i quali per lavoro sono a contatto con gli animali e dunque allevatori e macellatori.