Nuova tegola per Ama e per il cimitero di Flaminio-Prima Porta: ieri, 11 febbraio, la procura di Roma ha sequestrato un pezzo dell'impianto, precisamente una parte dei capannoni dove vengono depositate le bare prima di essere inumate oppure mandate ai forni per le cremazioni.
Nella mattinata di giovedì hanno fatto capolino nel cimitero gli uomini dei Carabinieri del comando di Prima Porta, su indicazione del pm Antonella Nespola. E qui i militari hanno trovato una situazione molto degradata: soprattutto in alcuni capannoni, sono state trovate urna cinerarie aperte o rotte, resti ossei e ceneri sparse, topi che scorrazzavano, escrementi di animali o estintori scaduti. Di fronte a questa situazione, i carabinieri hanno subito avvertito il magistrato, che dopo la relazione ha disposto il sequestro di questa porzione di Prima Porta.
Sempre ieri i militari avrebbero controllato anche il forno crematorio e gli "scarrabili" per il trasporto di materiali di lavoro come i metalli fusi durante l'incenerimento delle salme o i calcinacci, visto che alcune linee sono soggetti a manutenzioni.
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Il sequestro
Il sequestro disposto dal pm Nespola non dovrebbe causare uno stop alle operazioni cimiteriali.
Il cimitero Flaminio-Prima Porta, l'unico a Roma dove si possono cremare i defunti, è da tempo al centro di forti polemiche: Ama ha messo un tetto alle cremazioni (200 a settimana) dopo che si sono accumulate nei depositi dell'impianti anche 1.100 salme in attesa di essere bruciate. Alla base del problema, secondo la municipalizzata, l'aumento dei decessi durante i mesi del Covid. Una giustificazione non sufficiente secondo i partiti di opposizione in Campidoglio, i sindacati e il mondo delle agenzie funebri, che invece puntano il dito contro la scarsa manutenzione alle linee e l'assenza di investimenti per costruire nuovi forni.