Albano, sigilli alla discarica. È emergenza rifiuti a Roma

La Finanza sequestra l’invaso su ordine della Procura: «Manca una fidejussione»

Albano, sigilli alla discarica. È emergenza rifiuti a Roma
di Francesco Pacifico e Enrico Valentini
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Sabato 12 Marzo 2022, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 09:47

Da questa mattina il territorio di Roma e provincia non ha più una discarica dove sversare i propri rifiuti. Con le istituzioni della Capitale impegnate in una corsa contro il tempo per evitare nuove ondate di cassonetti abbandonati per strada. Sì, perché ieri la procura di Velletri ha sequestrato e chiuso il catino di Albano Laziale, quello che ogni giorno accoglie tra le 800 e le 900 tonnellate di rifiuti da Roma (per il 95 per cento) e Provincia. I magistrati hanno rilevato che la società che gestisce l’impianto - la Eco ambiente che ha affittato dalla galassia Cerroni i bacini - non ha mai prodotto una fidejussione per la gestione della fase di post mortem, cioè un’assicurazione per garantire il pagamento nell’arco di un trentennio dei costi legati alla chiusura e bonifica del sito.

E tanto è bastato ai magistrati per addebitare all’EcoAmbiente l’accusa di «gestione illegittima dell’impianto per assenza di un presupposto essenziale di efficacia della prescritta autorizzazione regionale» e, soprattutto, per mandare ieri, a ora di pranzo, uomini della guardia di finanza della compagnia di Velletri per apporre i sigilli, dopo che le aziende romane avevano scaricato quasi mille tonnellate di materiale. Le ultime. Senza fidejussione – si legge in una nota del procuratore della Repubblica di Velletri, Giancarlo Amato - e in caso di cessazione sopravvenuta dell’impresa che gestisce la discarica, intervenuta a qualsiasi titolo e ben possibile nell’arco di 30 anni, i costi ambientali di manutenzione post mortem dovrebbero inevitabilmente ricadere su soggetti pubblici a livello territoriale, nonostante l’avvenuto incameramento preventivo delle necessarie risorse economiche ad opera del privato».

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Per la cronaca i gestori del sito fanno notare che i magistrati non sono intervenuti su problematiche di natura ambientale e aggiungono che non è mai stata richiesta loro in fase di autorizzazione una fidejussione né saprebbero come quantificare il suo costo. E se da un lato hanno chiesto chiarimenti alla Regione, l’ente che ha autorizzato il sito, sulla garanzia, dall’altro sono pronti a presentare già in settimana un’istanza dissequestro al Tribunale del Riesame. Concetti, anche se velatamente, ripresi anche dall’assessore ai Rifiuti capitolini, Sabrina Alfonsi: «Il provvedimento disposto dal Tribunale di Velletri sulla discarica di Albano non mette in discussione né l’ordinanza del Sindaco Gualtieri, né fa riferimento a problematiche ambientali del sito, ma la presunta mancanza di una tipologia di fideiussione.

Siamo già al lavoro per trovare gli sbocchi necessari per questi giorni e per non disperdere il lavoro fatto in questi mesi. Ci auguriamo che la vicenda possa essere chiarita già nei prossimi giorni».

La soluzione

E ora proprio Roma - precisamente attraverso la Città metropolitana che ha competenza sui rifiuti - deve trovare una soluzione. Anche perché uno dei principali fornitori di Ama - la EGiovi - ha già fatto sapere che da lunedì ridurrà i conferimenti nei suoi Tmb di Malagrotta da 1.200 a 250 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati, anche perché invia il 70 per cento dei suoi scarti di lavorazione nel catino di Albano. In quest’ottica la municipalizzata, il Comune e la ex Provincia stanno cercando nuovi sbocchi per il trattamento dei rifiuti: in sostanza, le quantità di talquale lavorato da Malagrotta o da altre aziende come Ecosystem o il gruppo Porcarelli saranno inviati negli impianti di Abruzzo, Mantova, di Aprilia o all’estero. Il tutto a un costo maggiore. Per gestire meglio la raccolta in città - si temono i primi cumuli già a metà settimana - sarà poi riaperto anche l’impianto di trasferenza a Ponte Malnome.


Intanto esulta il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli: «Una bella giornata, uno di quei giorni di cui avevamo un gran bisogno». E festeggiano anche i comitati civici. «Il sequestro della discarica per le irregolarità sulle fideiussioni ci soddisfa, ma è solo un primo passo», dice Amadio Malizia presidente di Salute Ambiente Albano una delle più attive associazioni NoDisc. Dall’opposizione attacca il Comune e la Regione Chiara Colosimo (FdI) segnala le «criticità già evidenziate sulla voltura (tra le due aziende, ndr) che ha permesso di scavalcare l’interdittiva antimafia».
 

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