La scarica di colpi è partita mentre era in casa. Un regolamento di conti, un avvertimento quello di ieri al Corviale in cui è rimasto vittima Massimiliano Picchiarotti, “Er polpetta”, 56 anni con diversi precedenti per spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio. Un raid che riaccende le indagini sul delitto di Cristiano Molé, il 33enne ammazzato, anche lui al “Serpentone”, lo scorso gennaio. I due erano infatti legati non solo dalla passione per la box ma anche da una lunga amicizia. Intanto ieri l’allarme è scattato intorno alle 14 quando Picchiarotti, che in quel momento era in casa in largo Pio Fedi, è stato colpito con quattro colpi di pistola alle gambe. Sul caso indagano i pm dell’Antimafia e gli uomini della Squadra Mobile che hanno subito ascoltato la moglie che era presente al momento della gambizzazione ma non avrebbe visto nulla, i vicini di casa che hanno sentito i quattro colpi di pistola e dato per primi l’allarme.
LE INDAGINI
Da quanto ricostruito fin qui sarebbero almeno tre gli uomini, a volto coperto, che si sono presentati a casa di Picchiarotti, Non è stato necessario neanche bussare: la porta era stata smontata da qualche giorno.
IL PRECEDENTE
Il sospetto dunque è che i due casi siano collegati al giro di spaccio nel quadrante est della città. Solo un’ipotesi investigativa mentre sabato sera l’allarme era scattato in un’altra piazza dello spaccio. Vittima di un agguato sotto casa a Tor Bella Monaca, Giancarlo Tei, pregiudicato 27enne, ritenuto uno tra i principali capo-piazza Tor Bella Monaca, “ereditata” dal padre Stefano. In affari con gli albanesi e i clan più potenti della Capitale, dai Molisso alle cosche di San Luca. Il giovane aveva appena parcheggiato la sua auto in via Scozza quando all’improvviso sono stati esplosi almeno due colpi in sua direzione. Uno lo ha centrato su un gluteo, l’altro lo ha ferito di striscio a una coscia. “Lello”, come è soprannominato, si è trascinato fino all’ingresso del palazzo, poi è crollato a terra.
Soccorso da un’ambulanza del 118 era stato trasportato al Policlinico Tor Vergata mentre i carabinieri di zona e i pm dell’Antimafia hanno avviato le indagini per risalire agli autori degli spari. Pochi giorni prima degli spari, stava per scattare l’arresto per Tei: secondo gli investigatori, era l’uomo chiave nella gestione del narcotraffico all’ombra delle Torri, in affari con il pericoloso boss albanese Elvis Demce. Chiusa l’indagine che lo avrebbe portato dietro le sbarre, la richiesta di misure cautelari era stata però respinta dal giudice. Lasciato libero, il 27enne è finito nel mirino dei rivali che si contendono una delle principali piazze dello spaccio a Roma.