Multe sbagliate nella Ztl, come fare ricorso: «Evitate di pagare subito e attenti al valore della causa: potrebbe essere più costosa»

I consigli dell'avvocato: "Controllare i tempi e recuperare tutte le carte a propria difesa, prima di scegliere se rivolgersi al giudice di pace o al prefetto"

Multe sbagliate nella Ztl, come fare ricorso: «Evitate di pagare subito e attenti al valore della causa: potrebbe essere più costosa»
di Francesco Pacifico
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Martedì 27 Giugno 2023, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 18:38

In primo luogo non pagare la multa. Equivale ad ammettere le proprie responsabilità e rende impossibile il ricorso. Poi, controllare i tempi e recuperare tutte le carte a propria difesa, prima di scegliere se rivolgersi al giudice di pace o al prefetto. Infine valutare se l'entità della contravvenzione vale il rischio di dover versare molti più soldi tra spese fisse e quelle legali. Ogni avvocato si presenta con queste tre considerazioni basilari ai tanti cittadini, che chiedono di essere assistiti per opporsi a un verbale. E sono decine di migliaia soltanto a Roma.
In quest'ottica, e rispetto ad altre infrazioni al Codice, presentare ricorso contro le multe sbagliate per l'accesso nella Ztl comporta maggiori difficoltà. Intanto perché gli uffici comunali che gestiscono le telecamere dei varchi non è detto che trasmettano ai vigili le immagini dell'infrazione. Eppoi, aggiunge l'avvocato Filippo Carusi, «sempre il Codice della strada non fa sconti su queste violazioni: c'è una norma che prevede che se io commetto la stessa infrazione nella stessa giornata, vengo sanzionato una sola volta. Ma questo non si applica nelle zone a traffico limitato. Un mio cliente, pur avendo regolarmente pagato il permesso, una sera non riusciva a trovare parcheggio. È passato sotto la telecamera cinque volte e poi si è visto recapitare cinque multe».

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I CONSIGLI

Se la prima regola è non pagare la sanzione, la seconda è controllare i tempi: si può fare opposizione davanti al giudice di pace entro trenta giorni dalla notifica del verbale, entro sessanta se si segue la via del Prefetto. Poi, la contestazione decade se sono passati cinque anni, così come si ottiene ragione se non c'è risposta entro un anno. Ma qual è la differenza tra le due modalità di opposizione? Spiega l'avvocato Valentina Romoli: «Intanto per ricorrere davanti al giudice di pace bisogna versare un contributo di 43 euro. Soldi che si andranno aggiungere al pagamento della multa in caso di rigetto. Invece dal prefetto, quando si soccombe, la sanzione si raddoppia». Per la cronaca, nel primo caso si può fare ricorso davanti al tribunale ordinario, nell'altro allo stesso giudice di pace.
Ma, come detto, importante è capire se la spesa vale l'impresa. «In caso di risposta negativa il giudice - aggiunge Romoli - può condannarci anche a pagare la compensazione delle spese del procedimento e l'onorario dell'avvocato, che in molti casi è l'esborso minore». «Senza contare - nota Carusi - che ci sono interessi del 10 per cento, perché ci si rifà a una legge approvata quando l'inflazione era a due cifre». In quest'ottica anche i 43 euro del contributo unificato hanno un peso diverso. Allora meglio rivolgersi in Prefettura, dove però di fronte a una bocciatura la sanzione raddoppia? Secondo Carusi, «c'è l'errata considerazione che in questa sede siano più clementi. Invece le opposizioni vengono di default respinte». Però, segnala Romoli: «Spesso le ordinanze del prefetto sono "affette" da vizio di motivazione». Sono scarne nella spiegazione. «E questo è un elemento che permette di vincere se si fa ricorso davanti al giudice di pace».
Conclude Italo Mannucci, in passato difensore civico del Comune di Roma: «La verità è che essendo di fronte a un problema strutturale, l'errore nel valutare un'infrazione oppure non controllare se sono validi i termini di legge, si dovrebbe ricorrere contro la stessa amministrazione, perché siamo di fronte a una vessazione contro il cittadino».

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