Anna Bettozzi, Lady petrolio condannata: pena ridotta in appello

Secondo i magistrati la donna è stata a capo di un’associazione a delinquere

Anna Bettozzi, Lady petrolio condannata: pena ridotta in appello
di Michela Allegri
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Venerdì 29 Dicembre 2023, 23:06

Era stata fermata a bordo di una Rolls Royce, alla frontiera di Ventimiglia, mentre era diretta al Festival di Cannes. Nascondeva in macchina 300mila euro in contanti, mentre nell’albergo di Milano dove alloggiava erano stati trovati altri 1,4 milioni di euro, che erano stati sequestrati. Adesso per Anna Bettozzi, ereditiera del petroliere Sergio Di Cesare, ex cantante e ballerina, nome d’arte Ana Bettz, è arrivata la sentenza di secondo grado. I giudici di appello hanno ridotto la pena: è passata dai 13 anni e 2 mesi di reclusione disposti dal gup in abbreviato a 11 anni e 6 mesi. Disposte anche altre 8 pene di entità compresa tra i 6 e i 2 anni di carcere. Nel giudizio di appello è caduta una delle contestazioni più pesanti fatte dalla Procura in uno dei filoni della maxindagine “Petrol Mafie Spa”, condotta tra le procure di Roma, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli: l’aggravante mafiosa. Nell’aprile del 2021, l’operazione dei reparti territoriali della Guardia di finanza e dello Scico aveva portato a 56 arresti, 15 fermi e al sequestro di beni per quasi un miliardo di euro.


LE IMPUTAZIONI
La Bettozzi e gli altri imputati, a seconda delle posizioni, erano accusati anche di associazione a delinquere, di un vasto giro di riciclaggio e autoriciclaggio, e di ripetute frodi nel settore degli oli minerali, con l’illecita commercializzazione di prodotti petroliferi. Contestazioni legate, per gli inquirenti, dalla sinergia tra mafie e colletti bianchi, che avrebbe consentito a camorra e ‘ndrangheta di far fruttare al massimo le frodi fiscali e di ripulire il denaro sporco. Un’ipotesi che la Bettz ha sempre respinto.


IL MECCANISMO
Il meccanismo illecito, comunque, per gli investigatori avrebbe fruttato alle aziende cifre da capogiro: all’epoca dell’arresto era emerso che il volume d’affari della società petrolifera della Bettozzi, grazie ai capitali riciclati, aveva visto crescere il fatturato di 45 volte in 36 mesi. Al centro delle inchieste, la società “Max Petroli”, di cui era amministratrice l’ereditiera. Dalle indagini della Finanza era emerso anche che sarebbe stata sempre la Bettozzi a gestire la società dopo la trasformazione in “Made Petrol Italia”, diretta formalmente dalla figlia di lei, Virginia Di Cesare, condannata a 8 anni. Per quanto riguarda la frode fiscale sarebbero state utilizzate decine di società fittizie che avrebbero autoriciclato circa 180 milioni di euro. Il reato, per l’accusa, si sarebbe consumato attraverso la sospensione di imposte, prevista per gli idrocarburi, mentre le società di comodo, che non pagavano l’Iva e le accise al momento dell’immissione sul mercato, sarebbero servite per lo stoccaggio del prodotto. Il denaro sarebbe poi stato reinvestito in attività commerciali, immobili e contratti di sponsorizzazione. Intercettata, la Bettozzi diceva: «Io dietro c’ho la camorra». E ancora: «Io ho creato un impero tu ti fidi di me, io ho creato un impero nel mio piccolo».


LA VITA
Imprenditrice, cantante, amica di politici e vip, Anna Bettozzi, oggi 64 anni, sembra avere vissuto una miriade di vite. Nata a Porto Rotondo, inizia il suo business nel settore immobiliare. Nel 1999 il matrimonio con De Cesare, poi il sequestro nella loro residenza sull’Appia Antica: vengono tenuti prigionieri da un gruppo di rapinatori che riescono a sottrarre soldi e gioielli per 100 milioni di lire. Anna Bettozzi non si accontenta degli affari: si lancia nel mondo dello spettacolo come show girl e ballerina. Nei primi anni 2000 cambia nome e diventa una cantante. Il suo primo videoclip, “Ecstasy”, viene curato dallo stesso produttore di Madonna e Michael Jackson.
 

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